Difficile. Questo è l'aggettivo più leggero che si può applicare alla stagione della Juventus dopo appena tre impegni ufficiali. Gli uomini di Allegri hanno rimediato solamente un punto in tre giornate e oggi non corrono il rischio di ritrovarsi all'ultimo posto in classifica unicamente perché Torino e Salernitana, entrambe a 0 punti, si scontreranno tra di loro. 

Difficile è anche capire quale sia la strada migliore da percorrere per uscire rapidamente da questa situazione. Tanti i problemi dimostrati dalla Vecchia Signora in queste tre prime uscite, da quelli più lampanti come la poca serenità di Szczesny, ad altri più difficili da scovare e dunque da correggere. Eppure nella sfida di ieri le cose sembravano essersi messe bene per Chiellini e compagni: l'errore di Manolas in avvio di partita ha regalato a Morata il pallone giusto per sbloccare il punteggio e portare i bianconeri in vantaggio in una sfida sempre ostica come quella contro il Napoli di questi anni. Nel proseguo del primo tempo la Juventus ha mostrato di saper tenere botta, anche mentalmente, all'aggressione avversaria; nella ripresa però qualcosa si è come spezzato: la luce della concentrazione si è spenta e l'ennesimo intervento sciagurato di Szczesny ha permesso al Napoli di trovare il pareggio e quindi l'entusiasmo necessario per tentare di ribaltare definitivamente la partita, situazione che si è verificata a pochi secondi dal fischio finale con Koulibaly che approfitta di un altro errore bianconero, questa volta firmato dal neo-entrato Kean, per segnare da pochi passi a porta sguarnita. 

Difficile è poter trovare un solo responsabile di quanto accaduto e sta accadendo in queste settimane in casa Juventus. Il mercato è stato contrassegnato dalla precisa volontà di rinunciare a Donnarumma, dalla lunghissima telenovela per l'acquisto di Locatelli e dalla tardiva cessione di un giocatore decisivo come Cristiano Ronaldo. Già quel Cristiano Ronaldo che doveva segnare l'inizio di un'epoca d'oro per la Juventus e che invece si è trasformato in un clamoroso boomerang economico, ma anche un altrettanto importante trucco che sul campo mascherava molto bene tutte le mancanze dei compagni di squadra. Il suo addio, tanto doloroso quanto improvviso, ha scoperchiato definitivamente il vaso di Pandora, mostrando al mondo le fragilità della Juventus, sia sul campo che al di fuori di esso.

Difficile poter dare la colpa della sconfitta di ieri al solo Allegri, seppur il tecnico stesso aveva dichiarato alla vigilia di non avere alibi nonostante le numerose assenze per le fatiche e gli infortuni dei giocatori con le proprie Nazionali. Dover rinunciare in un colpo solo ad elementi del calibro di Cuadrado, Danilo, de Ligt, Dybala, Bentancur e Chiesa sarebbe oltremodo doloroso per una squadra completa, figuriamoci per una rosa come quella bianconera che, già di per sé, palesa grandi lacune. Le assenze hanno rilanciato in campo elementi che finora avevano trovato pochissimo spazio e che hanno dimostrato di essere ben lontani dal ritmo partita, soprattutto quando la stanchezza ha iniziato a farsi sentire, non a caso nella ripresa la squadra di Allegri è riuscita a stento ad affacciarsi nella metà campo avversaria. Difficile dunque criticare le prestazioni di Morata o Locatelli, due degli elementi migliori, se non i migliori della sconfitta contro il Napoli: lo spagnolo si è dannato fin quando le gambe lo hanno sorretto, il centrocampista italiano ha fatto vedere quelle geometrie e quelle giocate a cui i tifosi della Juventus non erano più abituati.

Difficile, infine, anche per i tifosi bianconeri questa situazione. Reduci da anni di trionfi dove la stagione peggiore ha comunque portato due trofei in bacheca, ora i supporter bianconeri si trovano una squadra svuotata nella testa e nel carattere, incapace di reagire con la storica rabbia juventina alle reti degli avversari. Difficile trovare lo spirito giusto per continuare a supportare elementi ritenuti non all'altezza di una grande squadra come è la Vecchia Signora, eppure questo è il momento di radunare le forze morali e sostenere i propri giocatori, perché è nelle difficoltà che si deve mostrare tutto il proprio amore ed avere da parte il pubblico non può che essere il primo passo per trovare, insieme, quella strada da percorrere per questo periodo così... difficile.