Il gol di tacco: arte di pochi, desiderio di molti. Perché, diciamolo chiaramente, dopo la rovesciata non c'è gesto più follemente geniale di questo, nel gioco del calcio. Con questo dominante leitmotiv a farla da padrone, ecco per voi una lista di dieci tra le reti più affascinanti viste in Serie A negli ultimi anni. Sia chiaro: non è una classifica, ma un elenco a riproduzione casuale di pura bellezza. Da gustare senza preconcetti, fino in fondo.

CIRO IMMOBILE, Cagliari-Lazio 2-2 (11 marzo 2018) - Storia di pochissime ore fa. Mancano 35 secondi alla fine della partita, quello di Felipe Anderson è il cross dell'Ave Maria. Sembra basso, destinato ad essere spazzato dalla difesa sarda. Nessun problema, c'è il sempre più incontrastabile capocannoniere nei paraggi: tacco volante, traiettoria che beffa Cragno. Uno dei gol più assurdi della sua carriera, di sicuro il più delizioso di un campionato fin qui eccellente.

RODRIGO PALACIO, Inter-Milan 1-0 (22 dicembre 2013) - Altro finale al cardiopalma. A meno di cinque minuti dall'inizio del recupero Guarin si inventa un cross teso rasoterra, Palacio è spalle alla porta e marcato da Zapata. Ma, invece di controllare la palla e cercare di girarsi o di servire un compagno al limite, si inventa la giocata dell'anno: tacco con traiettoria sul palo lontano, Abbiati beffato, derby in cassaforte.
GIUSEPPE BIAVA, Palermo-Reggina 4-3 (10 settembre 2006) - Un misto tra scorpione e colpo di tacco, quanto basta per entrare nella memoria dei tifosi rosaneri e di tutti gli amanti di questo sport. La punizione di Corini al 17' è insidiosa, il centrale del Palermo è però più avanti della traiettoria per prenderla di testa. E allora? Tacco sinistro arcuato, sfera che bacia il palo alla sinistra di Pelizzoli e gonfia la rete. Semplicemente qualcosa di favoloso.
ZLATAN IBRAHIMOVIC, Inter-Bologna 2-1 (4 ottobre 2008) - La rete che sblocca il match al 25' è pura leggenda: Adriano sguscia via sulla sinistra a Moras e mette al centro una palla ben indirizzata ma apparentemente non letale per la difesa ospite. Mai pensarlo, però, quando nei paraggi c'è Zlatan. Campione di arti marziali e - di conseguenza - di gesti acrobatici che solo lui sa fare: tacco all'altezza della testa del povero Terzi, Antonioli realizza di aver subito gol solo un secondo più tardi.
AMANTINO MANCINI, Roma-Lazio 2-0 (9 novembre 2003) - L'impossibile diventa possibile. Tipo sbloccare il derby così, con un gesto tecnico diventato immortale. A meno di nove dal 90', punizione di Cassano dal lato corto dell'area laziale. Mancini sfugge alle marcature di Favalli e Corradi e sforna un tacco destro "interno" su cui Peruzzi non può davvero fare nulla. Curva Sud in delirio. 

ROBERTO MANCINI, Parma-Lazio 1-3 (17 gennaio 1999) - Cambia la pronuncia, non l'effetto. Per quello che è uno dei "padri" dei gol di tacco nel nostro campionato, se non altro è di sicuro il più retrodatato per quanto riguarda la nostra rubrica. Una prodezza diventata negli anni uno spot della Serie A, da vedere e rivedere. Anche solo pensare di prenderla così, sull'angolo battuto da Mihajlovic, è pura magia. Confine sottilissimo tra pazzia e genialità. "Ma che hai fatto?", sembra dirgli Vieri quando corre ad abbracciarlo. Consapevole che lì, al Tardini, il Mancio aveva fatto la storia.

ALESSANDRO DEL PIERO, Juventus-Siena 3-0 (27 febbraio 2005) - Per la serie: come trasformare un normalissimo pomeriggio di campionato in qualcosa che va ben oltre. Spunto di Zalayeta sulla corsia sinistra, passaggio al centro per Pinturicchio che con un tacco no-look fredda Gillet. Perla che ricorda moltissimo quella in finale con il Borussia Dortmund di qualche anno prima. Amaro ricordo, ma resta il gesto di un campione. Evidentemente, non isolato.
ROLANDO BIANCHI, Torino-Siena 1-0 (26 aprile 2009) - Rivedendo attentamente le immagini, si capisce subito che, a differenza di molti suoi colleghi "di lusso", qui l'idea di siglare la rete con il tacco nasce un paio di secondi prima dell'esecuzione finale. Stellone mette in mezzo una palla dolce, Bianchi solissimo in quel preciso istante capisce che Manitta può essere sorpreso solo così. E ha ragione: giravolta e prodezza nell'angolino basso. Decidere così la partita non è da tutti i giorni.
JEREMY MENEZ, Parma-Milan 4-5 (14 settembre 2014) - Succede un po' di tutto in questa partita. I gol da ex di Cassano e Bonera, la volata vincente di De Jong, la tragi-comica autorete di De Sciglio, le espulsioni di Felipe e dello stesso Bonera. E poi, il gioiello di Menez. Che si costruisce da solo: tocco a superare quasi sul fondo Mirante, tacco messo dentro da un metro. Sembra semplice, in realtà è un gesto incredibile: non solo è spalle alla porta, ma il francese dà al suo tocco la potenza giusta per poter scavalcare il portiere gialloblù e Lucarelli, lì a pochi centimetri.
NIKOLA KALINIC, Fiorentina-Sassuolo 2-1 (12 dicembre 2016) - Chiesa disorienta Peluso, cross basso e forte per il croato. Che quasi sembra non crederci, che prova l'impossibile con l'ultima chance, l'ultima parte di corpo disponibile per tirare in porta. Il tacco, espressione di un'arte invidiabile. Cannavaro segue il suo movimento, ma non può aspettarsi qualcosa di simile. Dopo il pallonetto di qualche minuto prima, la doppietta da sogno diventa realtà: gioia per gli occhi dei tifosi viola e di chi, al fantacalcio, quel giorno lo aveva in campo.