Sono trascorse più di 48 ore. Solo adesso sto trovando la forza per dare fiato alla mie riflessioni, a quello che possiamo definire il De Profundis, l’ultimo saluto alla Serie A.

Domenica pomeriggio al Barbera  si è consumato l’ultimo atto di una tragedia annunciata. Ma non è il momento di ripercorrere le tappe che hanno portato alla disfatta; sarebbe fin troppo semplice e scontato iniziare ad inveire contro Zamparini il principale responsabile di questo dramma.

 

Si sono già spese troppe parole su una gestione scriteriata e ridicola della società, sulle scelte sconsiderate dei vari allenatori che si sono succeduti, sulla modestia dei trentasei calciatori scesi in campo quest’anno. Potrei raccontarvi dei cori dei tifosi amareggiati che dopo il goal di Emeghara hanno iniziato ad applaudire la voglia di salvarsi del Siena, e contemporaneamente a fischiare undici pseudo giocatori che recitavano un copione già scritto con la goffaggine tipica dei dilettanti e l’ostentata superbia di chi crede di meritare di giocare in serie A.  

 

Oppure potrei raccontare la storia di Anselmo che per certi versi può fungere da exemplum per riassumere l’intera stagione rosanero: oggetto misterioso schierato  audacemente titolare da Gasperini - sbaragliando le previsioni del peggior Paolo Fox- nelle partita della vita; dopo un primo tempo che definire disastroso sarebbe un complimento, si ritrova sui piedi il pallone dell’1-0 che potrebbe dare speranza ad una città intera; segna, non esulta e ad inizio ripresa viene sostituito da Gasperini.  In quarantacinque minuti passa da essere lo ridicolo zimbello del Barbera ad eroe insperato e surreale di uno stadio incredulo. Ma quella che poteva essere la favola della domenica, viene prontamente distrutta dall’intervento di Gasperini, che da deus ex machina decide di tenerlo in panchina nello stupore generale.

 

 

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Non poteva avere un epilogo più triste la bellissima storia del Palermo in Serie A, una storia durata 9 anni. 9 anni di vittorie, gioie, dolori, imprese, corse sotto la curva, lacrime e palpitazioni:

 

“Il prato del Foro Italico che piangeva dopo la sconfitta a Lecce, il pallonetto di Zauli contro il Napoli, la manina contro il Catania, i fuochi d’artificio per Palermo-Triestina, Filippini che suonava la chitarra, il gol di Vasari contro il Bari. Minchia … a San Siro Sugnu, Biava che si appende ad Adriano, le testate di Toni, lo spettacolo contro il Lecce di Zeman, l’urlo di Ciccio Brienza contro la Juve, i bimbi vestiti con la maglietta rosanero, la doppietta di Farias contro la Salernitana in Coppa Italia, gli applausi contro l’Udinese. La Coppa Uefa. Terlizzi goleador, pioggia di fischi per Luca Toni, la punizione di Corini, lo Shalke04, Caracciolo, la difesa della Nazionale campione del mondo. Simplicio, i capelli di Amauri, la statua di Bresciano, siamo primi in Serie A, West ham...minchia, a Siena si rompe Amauri, la follia del girone di ritorno. La punizione di Miccoli contro il Milan, il cuore di Tedesco, le corse di Cavani. Succi, Ballardini e il bel gioco, Carrozzieri il nuovo Biffi, si vince a Torino, Levan Mch'edlidze, Liverani il geometra. Pastore e Melinte  croce e delizia,  Delio Rossi, i miracoli di Sirigu, Hernandez sarà un campione, tutto di tacco contro il Bologna, ma ti immagini Palermo-Real? La Samp, gli sloveni, le bombe di Ilicic, Pastore riempie gli occhi, la rosa più giovane della Serie A, i rigori con il Parma in Coppa Italia, piazza Navona è rosanero. Le lacrime di Delio. Il buio".  Ecco cosa hai rovinato ... Zamparini

 

 

E’ tornato Sannino, il cerchio si è chiuso. Speriamo definitivamente.

 

 

Giovanni Migliore