Eccoli là, sono tornati. Ci stavamo illudendo che il Milan, il fragile e vulnerabile Milan, fosse in via di guarigione e invece oggi, nella prova contro i viola, dove finalmente in casa si doveva confermare quanto di buono visto nelle ultime gare con una squadra "attrezzata", voilà, eccoli là, sono tornati quegli sbandati undici in campo, spettro di quella squadra che qualcuno si ostina a chiamare Milan. Vi prego, non chiamatelo Milan.
L’ultima volta che ho visto i rossoneri giocare a calcio è stato in quel Milan-Novara, quando ho visto un pezzo di storia rossonera lasciare quello stadio senza più farvi ritorno. Chi ha visto negli anni la grinta di Gattuso, l’intelligenza calcistica di Seedorf, l’organizzazione di gioco di Van Bommel, l’eleganza di Nesta, l’affidabilità di Zambrotta, e il senso del gol di Filippo Inzaghi, rabbrividisce guardando l’attuale Milan. Non parliamo del fatto che ovviamente abbiamo perso contemporaneamente il più forte difensore del mondo, e uno degli attaccanti più decisivi del calcio attuale. Purtroppo, tolto questo non ci sono idee, non c’è passione e probabilmente non ci sono giocatori in campo con i "cosiddetti" che possano davvero tenere duro in questo momento difficile, perché di momenti complicati il Milan ne ha passato altri, ma lo stile, la tenacia e l’intelligenza dei giocatori che trascinavano quel Milan, forti anche di una società alle spalle che sapeva cosa voleva e dove andare, fecero sempre uscire a testa alta squadra e società. Oggi non c’è più una società, non ci sono più idee, non ci sono più quei giocatori che onoravamo la maglia pure nella loro prestazione più mediocre, non c’è un allenatore, e soprattutto non c’è più il Milan, perché qualsiasi cosa sia quella scesa in campo da questo inizio stagione non è il Milan. Che non fosse una stagione facile da affrontare lo sapeva anche l’ultimo dei tifosi, ma ora è il caso che la società ricominci a pianificare, ad essere presente, che Galliani torni a fare "Galliani", e che i giocatori mostrino rispetto e restituiscano dignità alla maglia che indossano.
Nessuno dà la colpa ad Allegri se rispetto alla scorsa stagione la rosa si è ridotta notevolmente di qualità, ma probabilmente è ora di togliere il disturbo, perché vedere ancora un Milan in queste condizioni, fa male a tutti, fa male al calcio e ai tifosi soprattutto, e il cambiamento in panchina può solo che giovare in questo momento prima di arrivare davvero ad un punto di non ritorno. 

 

Manuela Cinus