Finalmente la stagione 2022/23 della Juventus ha chiuso definitivamente i battenti. Per i bianconeri l'annata appena conclusa è stata a dir poco disastrosa sotto tutti i punti di vista: praticamente mai in corsa per lo Scudetto, eliminata ai gironi di Champions League e solo semifinalista in Europa League e Coppa Italia. In campionato i punti conquistati sarebbero stati ampiamente sufficienti per conquistare la qualificazione alla prossima massima competizione europea per club, le vicende extra-campo hanno poi determinato che per Danilo e compagni nella prossima stagione si aprano le porte della Conference League, la sorella meno importante sui palcoscenici calcistici del vecchio continente. Quella che si è chiusa non può che dirsi un'annata decisamente deludente per un società il cui motto retica "Vincere è l'unica cosa che conta".

A fare ancora più male dei risultati però sono state le prestazioni della squadra sul campo. La formazione guidata da Allegri non ha mostrato alcun passo avanti nel corso dei mesi, anzi, nonostante l'enorme quantità di talento messo a disposizione del tecnico la squadra bianconera ha sempre tenuto un atteggiamento molto rinunciatario, pronta a vivere solamente di contropiedi e fiammate improvvise. In sparute e fin troppo rare occasioni la formazione juventina ha dimostrato di avere le capacità di comandare il gioco, portando un pressing aggressivo ed efficace sui portatori di palla avversari e, soprattutto, mantenendo un possesso di palla veloce e di qualità. Nel bilancio complessivo della stagione che si è chiusa però queste situazioni si sono verificate davvero troppo poco, con il risultato di essere illusorie e di aumentare il rimorso per tutte le altre partite in cui si è pensato più a vivacchiare sugli errori avversari che a sfruttare le proprie qualità. Quello che dispiace maggiormente è che questa filosofia di gioco appare in netta controtendenza con lo sviluppo del movimento calcistico mondiale: negli ultimi anni le squadre che hanno vinto con maggior continuità sono quelle che tendenzialmente amano imporre il proprio gioco in ogni tipo di partita.

Ovviamente nel tirare le somme della stagione 2022/23 della Juventus non si possono dimenticare le vicende giudiziarie che hanno inevitabilmente finito con inficiare la seconda parte della stagione. Il terremoto delle dimissioni in blocco del CDA, la prima penalizzazione di 15 punti, le voci incontrollate sulle altre possibili penalità, la restituzione dei 15 punti, la nuova penalizzazione di 10 ed infine le minacce dell'UEFA hanno sicuramente lavorato come un tarlo all'interno della testa dei giocatori e di Massimiliano Allegri. In una stagione disastrosa dal punto di vista dei risultati e del gioco al tecnico livornese va comunque riconosciuto di essere stato un uomo davvero solido e quadrato: spesso abbandonato in balia degli eventi si è sempre presentato davanti ai microfoni con decisione dimostrando di saper mantenere la barra a dritta nonostante tutte le avversità. 

Deludente è stato anche l'atteggiamento della nuova società che di fronte alle evidenti ingiustizie ed angherie a cui è stata sottoposta ha deciso di chinare il capo, andando a patteggiare promettendo di non fare ulteriori ricorsi alla giustizia sportiva. L'ultima capitolazione è arrivata invece solamente pochi giorni fa con la lettera inviata a Real Madrid e Barcellona per iniziare il lungo processo di fuoriuscita dal progetto Superlega a fronte delle ripetute minacce dell'UEFA per l'eventuale esclusione pluriennale dalle competizioni europee, un danno economico e di prestigio ritenuto troppo pesante dalla società per poterlo affrontare di petto.

Ora, fortunatamente, è tempo di gettarsi tutto alle spalle così da poter iniziare a pianificare la prossima stagione. Il primo obiettivo della nuova società deve essere quello di indicare con certezza i due uomini chiave dell'area sportiva: il DS e l'allenatore. Per il ruolo dirigenziale tutte le voci di radiomercato parlano di un imminente sbarco di Giuntoli dal Napoli, ma il patron degli azzurri De Laurentiis sembra volersi opporre con tutte le proprie forze a questo matrimonio. L'attuale direttore sportivo dei partenopei sembra essere il nome giusto per dar vita ad un nuovo corso della Juventus: la sua più grande abilità è quella di scoprire giocatori quasi sconosciuti che però sono funzionali al progetto tecnico dell'allenatore, come l'ultimo clamoroso caso di Kvaratskhelia, elemento determinante per la conquista dello Scudetto da parte della formazione di Spalletti. Una volta definito il DS toccherà capire anche chi sederà veramente sulla panchina nella stagione 2023/24: Allegri ha fatto capire di voler restare ancora, forte di un contratto valido fino al 2025, ma non sarebbe troppo sorprendente se la guida tecnica juventina nella prossima stagione fosse qualcun altro. Nomi se ne sono fatti tanti, da Tudor a Paulo Sousa, ma per ora si resta solamente nel campo delle ipotesi e solo nelle prossime settimane si avranno maggiori certezze in merito.

Per il momento solo una cosa sembra sicura: questi sono i giorni più importanti per la stagione a venire, sviluppare adesso una corretta pianificazione potrebbe significare l'avere maggiori possibilità di tornare veramente a lottare per la vittoria tra meno di un anno.