Un'autentica impresa, quella compiuta dalla Roma targata Di Francesco, che ha eliminato la corazzata Barcellona dai quarti di finale della Champions League, ribaltando la pesante sconfitta di 4-1 rimediata all'andata.

I giallorossi si sono imposti con un perentorio 3-0, disputando una partita praticamente perfetta e di grande cuore davanti ad uno stadio Olimpico gremito, che ha spinto la formazione capitolina all'impresa, contro i campioni stellari del calibro di Iniesta, Messi e Suarez.

Mister Eusebio Di Francesco sognava con tutto il cuore di entrare nella storia giallorossa, di quella squadra dove aveva militato da calciatore alla fine degli anni novanta, sotto la guida del tecnico boemo Zdenek Zeman.

Oggi quel sogno è diventato realtà e per l'allenatore pescarese è arrivata la gioia della qualificazione alle semifinali della Champions League, contro tutti i pronostici della vigilia.

La chiave tattica della partita è stata quella della difesa a tre con l'inserimento di Juan Jesus insieme a Manolas e Fazio, oltre alle due punte con cui mister Di Francesco ha letteralmente mandato in tilt i piani del Barcellona guidato dal tecnico Valverde. 

Il capolavoro fin qui della sua carriera da allenatore, dopo le ultime cinque stagioni vissute sulla panchina del Sassuolo, formazione che ha condotto dalla serie B fino alla partecipazione all'Europa League.

La chiamata della Roma arriva nel momento più opportuno della carriera, ovvero quello della piena maturità per il tecnico abruzzese, che ha compiuto il suo quarantottesimo compleanno nello scorso settembre.

Il suo percorso da tecnico che lo ha portato fino alla capitale

Tornando indietro nel tempo, voglio ripercorrere il cammino intrapreso da Eusebio Di Francesco, la pura gavetta che ha fatto per arrivare fino al massimo campionato di serie A, dove oggi è sicuramente uno dei migliori tecnici italiani.

Non ancora quarantenne riceve il suo primo incarico in Abruzzo, quando è la società della Virtus Lanciano ad offrirgli la panchina per il campionato di Lega Pro, tuttavia la stagione lo vedrà giungere al capolinea nel gennaio del 2009 a seguito dei risultati poco felici.

Nel campionato seguente passa al Pescara, la squadra della sua città dove viene chiamato per allenare la formazione primavera, ma nel gennaio 2010 in seguito all'esonero di mister Cuccureddu, viene scelto per guidare il delfino impegnato in Lega Pro.

Di Francesco si fa trovare all'altezza della situazione, conducendo i biancazzurri fino ai play-off e vincendo la finalissima contro il Verona, diventando l'artefice della promozione in serie B del Pescara.

Confermato a pieni voti in riva all'Adriatico, nella stagione seguente con il Pescara vive di alti e bassi nel torneo cadetto, ottenendo tuttavia un dignitoso piazzamento a metà classifica e facendo esordire in B un giovanissimo Marco Verratti.

Dopo due campionati nella sua città, Di Francesco nell'estate del 2011 accetta la proposte del Lecce, che lo ingaggia per guidare la formazione pugliese impegnata nel campionato di serie A, con l'obiettivo della salvezza.

L'impresa si rivelerà decisamente ardua ed il tecnico pescarese sarà sostituito in seguito da Cosmi, tuttavia il suo lavoro viene apprezzato dagli addetti ai lavori e le sue idee di gioco appaiono ben chiare, così arriva l'accordo con il Sassuolo e sarà la svolta della sua carriera: dalla serie B fino all'Europa, qualcosa di eccezionale per il club emiliano e che porterà Di Francesco a ricevere diverse chiamate fino a quella fatidica dell'amata Roma.