La coppa Italia è entrata nella fase clou, quella più avvincente con scontri ad eliminazione diretta e che condurranno le migliori 2 squadre rimaste a contendersi l'ambito trofeo tricolore.

Se da una parte è vero che sono quasi sempre i club più blasonati ad aggiudicarsi la coppa Italia, dall'altra parte è anche vero che spesso è capitato di vedere una squadra inaspettata, arrivare fino in fondo e sfiorare l'impresa.

In questo Blog andiamo a ripercorrere alcuni casi clamorosi che si sono registrati negli anni '90, nei quali le cosiddette matricole si sono invece rivelate delle formazioni competitive.

A scrivere la pagina più gloriosa delle provinciali c'è sicuramente il Vicenza, che vinse la coppa nella stagione 1996/97.

La squadra biancorossa era allenata da mister Guidolin, e vantava calciatori come Mendez, Sartor, Maini, Di Carlo, Rossi, Otero, Viviani ecc.

 

Negli ultimi 25 anni, oltre al Vicenza, anche Ancona ed Atalanta sono state capaci di raggiungere la qualificazione alla finale, mentre altre “piccole e terribili” stupirono nonostante fossero incappate talvolta in retrocessioni.

Ancona

Nella stagione 1993/94, i marchigiani in Serie B chiusero in ottava posizione.

In Coppa invece la squadra di Vincenzo Guerini si qualificò alla finale, eliminando in sequenza Giarre, Napoli, Avellino, Venezia e Torino, prima di arrendersi contro la Sampdoria che vinse il trofeo in goleada.

Atalanta

Nell’edizione 1995/96 furono i bergamaschi a sognare il trofeo.

Gli uomini di Mondonico, salvi a fine stagione in Serie A, accarezzarono la Coppa dopo aver eliminato Cremonese, Juventus, Cagliari e Bologna, prima dell’epilogo nella finalissima contro la Fiorentina, che si aggiudica il match.

Venezia

Correva l'annata 1940/41 ed il Venezia riuscì ad accedere ai quarti grazie a un perentorio 5-0 sulla malcapitata Udinese.

L’impresa cominciò a prendere corpo proprio da quel momento in poi, quando i lagunari riuscirono a sbancare Bologna.

Contro i campioni d’Italia in carica, infatti il Venezia giocò una gara di incredibile dedizione e, nonostante l’inferiorità numerica degli ultimi venti minuti, riuscì ad imporsi per 4 a 3 grazie ai goal di Loik, Alberico e alla doppietta di Pernigo.

La semifinale l’1 giugno mise di fronte un Venezia ormai sulle ali dell’entusiasmo e una Lazio che, invece, doveva ancora lottare per salvarsi.

Punteggio di 3-1 finale in favore degli uomini di Rebuffo non lasciò spazio ad alcuna recriminazione da parte dei biancocelesti, ed i lagunari si qualificarono così per l’ambitissima finale.

Una partita pazza all'andata, che dopo venti minuti sembrava aver già consegnato la coppa ai giallorossi sul 3-0 e che invece vide il veemente ritorno dei Leoni, con le reti di Mazzola, Diotallevi e Alberti e verdetto rinviato al match di ritorno.

Il 15 giugno 1941, in un Penzo stracolmo come in poche occasioni, i lagunari completarono l’opera, andando in vantaggio con Loik e resistendo fino al triplice fischio, che fa esplodere la festa in tutta la Laguna per un traguardo storco ed ancora oggi irripetibile,