E venne in giorno in cui la curva lo rinnegò, una volta per tutte. Beppe Bergomi è stato un idolo dei tifosi, per tanti anni ha vestito la maglia nerazzurra divenendo per tutti "lo Zio", per via di quella sua particolare caratteristica di sembrare già anziano quand'era ancora un ragazzo. Ma una volta allontanatosi dalla società e divenuto commentatore televisivo per Sky Sport, Bergomi ha perso gradualmente la stima della tifoseria interista, fino all'eloquente sfogo di ieri sera da parte della curva nerazzurra.

 

La Nord ha infatti esposto uno striscione che non ammette repliche: "Bergomi, basta! Hai rotto il c...". Sotto accusa i commenti dell'ex nerazzurro, che non piacciono assolutamente alla tifoseria per una certa vena di anti-interismo, insospettabile in un uomo con il suo passato; dall'altra parte, i tifosi delle altre squadre sostengono l'esatto contrario, ovvero che nelle sue telecronache l'ex giocatore getti palesemente la maschera riguardo le sue simpatie calcistiche: allora dove sta la verità?

 

Forse, come spesso accade, sta nel mezzo. Bergomi è interista da una vita, sicuramente ferito per l'interruzione dei rapporti con la dirigenza nerazzurra, ma pur sempre un pezzo di storia dell'Inter. L'impressione è che cerchi di mascherare questa sua fede, nel tentativo di apparire obiettivo, finendo per ottenere esattamente l'effetto opposto, quello di scontentare i suoi vecchi tifosi.

 

Tra accuse e contro-accuse, non sembra proprio esserci pace per lo Zio: eppure, basterebbe non fargli più commentare l'Inter, per risolvere il dilemma alla base. Ci sono altre nove partite di Serie A ogni maledetta domenica, e pure qualche lunedì. Ma in questo periodo in cui l'accusa di mobbing va tanto di moda, tutto sommato è meglio lasciare le cose come stanno: non si sa mai che il buon Bergomi si ritrovi a fare comunella con Sneijder...

 

Cesare Bogazzi