Che l’Inter non splenda per brillantezza nella comunicazione, è un dato oramai abbondantemente consolidato. Ma quanto diabolicamente escogitato alle ore 22:30 – orario di pubblicazione del comunicato ufficiale – del 9 maggio 2017, è da tramandare ai posteri: annunciare l’esonero di Stefano Pioli proprio nei minuti durante i quali la Juventus sta conquistandosi la finale di Champions League, è un qualcosa che resterà negli annali. Sotto la voce “tafazzismo”, peraltro già ampiamente occupata dalle “eroiche gesta” della banda nerazzurra.
A meno che quella partorita dall’Intelligentia nerazzurra non sia un’astutissima mossa strategica per monopolizzare i media ed oscurare proprio l’eco che avrebbe avuto la conquista della Finale di Cardiff da parte della squadra bianconera. In tal caso sono dei geni.

Che poi, a dirla tutta, quella della tempistica è solo la ciliegina sulla torta di un esonero che si fatica a comprendere, più in generale, come senso ed utilità per la conclusione di una stagione oramai segnata e che se ha avuto un minimo di significato, per qualche mese, lo deve proprio a Stefano Pioli, forse l’unico elemento dell’Inter 2016/17 che abbia cercato di fare il proprio lavoro, mettendo l’Inter davanti al resto. Sicuramente commettendo anche degli errori, ma non è questo il punto.

Lo stringato comunicato pubblicato sul sito ufficiale del club, oramai sempre pronto all’occorrenza, vista la frequenza con la quale viene riproposto, rappresenta una mortificazione gratuita per il tecnico emiliano: l’ennesimo capro espiatorio da gettare in pasto ad una folla affamata e spazientita (eufemismo) non è sufficiente agli occhi di un popolo ormai ripetutamente deluso e stanco di dover assistere alle peripezie di una società che fatica a trovare il bandolo della matassa, a dispetto di una disponibilità economica molto importante. Si tratta di un gruppo dirigenziale insediatosi da poco, è vero, ma certe dinamiche vanno comprese prima di subito, se ti ritrovi ad aggirarti in un mondo di lupi, quale è quello del calcio, e magari già da troppi anni finisci per essere l’agnellino indifeso. E indifendibile, come in questo caso.

L’imprinting dato fino al momento della gestione del Suning Group è quello di una società che si sta dimostrando forte contro le figure, in quel momento, più deboli (De Boer prima e Pioli adesso), salvo poi tergiversare, se non addirittura offrire lauti rinnovi contrattuali, vedi Piero Ausilio, a chi nella gestione della “cosa sportiva” è invischiato fino al collo. Discorso analogo potrebbe essere fatto anche per la sensazione che si ha del rapporto fra società e gruppo dei calciatori: al di là di qualche ramanzina, peraltro spesso espressa in tempi e modi tutt’altro che ineccepibili, questo tipo di scelta di esonerare la guida tecnica con una frequenza “zampariniana”, non fa altro che, puntualmente, sgravare i calciatori dalle proprie (enormi) responsabilità.

Sarebbe stata auspicabile, addirittura necessaria, seppur ovvia, una maggiore presenza di Javier Zanetti in questa stagione burrascosa: un capitano – e che capitano! – di lungo corso come è stato il numero 4 dell’Inter, non può esimersi dal fare sentire la propria voce, all’interno dello spogliatoio e con i media. L’essere stato un grandissimo leader silenzioso in campo, deve tramutarsi in qualcosa d’altro per poter essere efficace da dietro una scrivania.
Lo stesso Piero Ausilio, che pure la faccia l’ha messa spesso e volentieri – questo gli va riconosciuto – è colui il quale ha costruito ed assemblato le compagini andate in campo negli ultimi anni, al netto di qualche ingerenza di Kia Joorabchian, rilevante e trascurabile al tempo stesso.

La notizia, di queste ore, dell'approdo di Walter Sabatini come “gestore dell’area sportiva”, unitamente alle voci sempre più insistente di un ritorno di Lele Oriali in società, lasciano uno spiraglio e una speranza: che il gruppo dirigente abbia realizzato che è necessario procedere ad altri “esoneri” o, in ogni caso, di una bella revisionata di compiti ed importanza gerarchica. Dalla A (di Ausilio) alla Z (di Zanetti).
Ed a fine anno andranno fatti i conti, con la medesima severità, anche con i "signori" che scendono in campo. Altrimenti presto potremmo rileggere, dal sito ufficiale dell'Inter, il solito comunicato di ringraziamento per il tecnico di turno, quale esso sia, nuovamente esonerato. Basta, abbiamo già dato.