“Chi lascia la strada vecchia per la nuova, eccetera”, diceva la nonna. Specie poi se non è dato sapere che fattezze, che insidie, che asperità abbia la nuova. Non lo diceva la nonna, ma pensa ogni tifoso rossonero. Così, perplesso, inebetito da quel comunicato Fininvest che vuol dire tutto e niente.

Ed è lì, ad in mezzo al bivio, chiedendosi quale delle due strade possa essere migliore, non conoscendo nulla della nuova. Non che faccia differenza: il tifoso è spettatore passivo, aspetta e basta, in attesa di conoscere il futuro, visto che il presente è meglio non guardarlo. Certo, rappresenta quella strada vecchia: come, su cosa provare a ipotizzare un paragone, su cosa formulare speranze o timori per quel che verrà.

La nonna, si sa, è conservatrice per natura. “Un gruppo cinese”, dice il comunicato. Non meglio precisato, dopo giorni di ipotesi, smentite, tutto in mondovisione. Come a non voler rassicurare, a trasmettere quell’incognita che forse, alla fine della giostra, potrebbe fare dire: “meglio restare così”.

Dietrologie, probabilmente. Ma anche “si stava meglio quando si stava peggio”, è un altro evergreen della nonna. Dunque, perché non produrre un comunicato cauto, criptico, misterioso, per cui alla fine, andrà come andrà, tutti saranno contenti?

Solo che il troppo clamore per Bee non è colpa dei tifosi. La pompa magna per Bee non è colpa dei tifosi. L’irreale quotazione per Bee non è colpa dei tifosi. La figuraccia di Bee non è colpa dei tifosi. Se così fosse, la cautela sarebbe raccomandata, il mistero prudenza necessaria. Invece, probabilmente i tifosi meriterebbero più rispetto. Ancora una volta. Meriterebbero di non essere storditi dall’altalena tra “tuttalatrattativaBeeminutoperminuto” a colpi di selfie, alle ombre incerte di un copione da film di Sidney Pollack. Meriterebbero di sapere dove si sta andando. Dove si andrebbe. Dove si andrà. Dove non si andrà mai. E di farsi un’idea. Qualsiasi essa sia: se quella della nonna, o quella del sol dell’avvenire.