La logica matematica è una scienza meravigliosa, uno strumento di tale potenza nelle mani dell’uomo che può davvero cambiare le sorti di un’esistenza in un baleno.

Contrariamente a quel che dal nome appare, la logica matematica si basa ed è alla base, di tutto ciò che diciamo nei nostri discorsi. Ogni nostra frase può essere scomposta nei suoi elementi primordiali per stabilirne la veridicità o meno. E’ ciò che rende potente la retorica, ciò che muove le masse, ciò che caratterizza l’uomo saggio dallo stolto.

La logica ci insegna che, fuori dall'ambito della matematica, è possibile dimostrare il vero anche a partire dal falso, giungere quindi ad una proposizione vera pur partendo da una premessa falsa.

 

Ieri c’è stata una sentenza di primo grado che ha condannato Moggi, e non solo lui, per “associazione a delinquere” e “frode sportiva”.
Come ogni sentenza, essa va accettata e rispettata e, soprattutto in attesa delle motivazioni della stessa, non è corretto azzardare ipotesi di nessun genere. Tuttavia, il mio intelletto non mi consente di tralasciare alcuni elementi che mi danno molto da pensare e che mi fanno ritenere allo stato attuale che, come diceva Aristotele, nei “discorsi non matematici”, l’analisi non è necessariamente garanzia di verità.

 

Di elementi particolari in questo procedimento ce ne sono stati tanti: il colonnello Auricchio e le indagini a senso unico, la precisa volontà che si palesa in ogni dove di non tenere conto dei “reati” di altri che coincide quindi con la persecuzione di un obiettivo unico. Possiamo ricordare, così a campione, ad esempio, la testimonianza di Coppola (ex guardalinee) che ha dichiarato in aula come il pool investigativo non abbia tenuto in considerazione le sue affermazioni sulle pressioni ricevute da altre squadre per l’aggiustamento di referti nel post-partita.
Potremmo parlare delle intercettazioni scartate nonostante l’ormai famoso “triplice baffo” o di quelle trascritte male o peggio ancora tagliate, “per errore” direbbe un buonista, “ad arte” direbbe un complottista, per far risultare un contenuto diverso dall’originale.

 

Non voglio entrare nel mondo delle supposizioni e deduzioni, per quanto facili esse siano, che avrebbero visto risarcimenti inimmaginabili in caso di assoluzione di Moggi. Quelle le lasciamo ad altri.

 

Personalmente ritengo come tutti il capitolo “calciopoli” il più brutto della storia del nostro calcio, ma per motivazioni diverse.

 

Sono sempre stato convinto, e mi assumo la responsabilità di ciò che dico, che pur volendo dare per veri ed assodati i “comportamenti illeciti” di Moggi e della Juventus, in un mondo in cui gira tanto danaro, pensare che gli altri stessero a guardare è più ingenuo che credere all’esistenza di Babbo Natale.

 

Quindi, a mio parere, delle due l’una: o Moggi “intrallazzava” e, come dimostrano le intercettazioni portate in aula dalla difesa, lo faceva esattamente come altri che hanno invece indossato l’abito buono, oppure nessuno “intrallazzava” e quei comportamenti diffusi erano definibili border-line.