Sì, Sabatini è il re del mercato. No, l’Inter non ha riassunto Branca. Si può riassumere così l’operazione che ha visto Dodò passare in prestito biennale per 1,2 milioni all’Inter con un alquanto insolito obbligo di riscatto fissato a 7,8 milioni alla prima presenza in gare ufficiali. Il ds romanista, che comunque ha sempre creduto nelle potenzialità del ragazzo, è riuscito a ricavare 9 milioni dallo sconosciuto terzino brasiliano arrivato due anni fa a parametro zero reduce da un gravissimo infortunio al ginocchio e che non ha mai pienamente convinto nelle due stagioni passate in giallorosso. Non ha convinto soprattutto Garcia: lo ha lanciato per necessità dopo i guai di Balzaretti, gli ha dato varie opportunità (otto presenze da titolare di fila in campionato), ma gli ha preferito gli addattati Torosidis prima (dopodichè ha accusato un nuovo infortunio) e Romagnoli poi, collezionando altre quattro presenze da titolare nel finale di stagione. Con l’arrivo di Cole si è visto ulteriormente chiudere lo spazio di cui ha bisogno un giovane in rampa di lancio per emergere e cambiare aria è stata la scelta probabilmente migliore sia per la Roma, che non avrebbe potuto valorizzarlo, sia, quindi, per il suo futuro. Che all’Inter può essere roseo. Ecco perchè.
Sblocco psicologico - L’agente, Roberto Calenda, ha parlato di “massacro mediatico” subito dal giocatore a Roma. Il 22enne terzino brasiliano è stato spesso oggetto di critiche anche eccessive ed ingiuste che probabilmente ne hanno talvolta minato il rendimento. Questo insieme alla giovane età, al periodo di ambientamento alla nuova realtà italiana, ai problemi anche psicologici causati dal primo infortunio, potrebbero aver fatto sì che il vero Dodò a Roma non si sia mai visto. Il brasiliano ha sicuramente delle potenzialità ancora inespresse e potrebbe acquistare quella fiducia e quella convinzione di cui ha bisogno. La nuova avventura in nerazzurro potrebbe sbloccarlo anche mentalmente.
3-5-2 - Benchè nell’ultima stagione, condizionato dalle varie critiche di cui sopra, abbia mostrato maggiore attenzione in fase difensiva, quest’ultima resta il suo punto debole. Nonostante Mazzarri stia pensando anche ad un altro schema alternativo, le caratteristiche di Dodò si sposano alla perfezione con lo storico modulo del tecnico livornese e potrebbero avvantaggiarlo: più libero dai compiti di copertura, in fase di spinta potrebbe essere più convinto e deciso e tornare magari anche a segnare un gol così.
Mazzarri - Gli esterni ricoprono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle trame offensive del gioco del tecnico mai esonerato in carriera. Zuniga e Maggio al Napoli, Nagatomo e addirittura “il divino” Jonathan si sono messi in luce soprattutto nello scacchiere tattico di Mazzarri che ha saputo valorizzarli. Qualcuno ricorderà i suoi rapporti non proprio idilliaci con le "nuove leve", ma se la società nerazzurra ha fatto un investimento così importante su Dodò vuol dire che crede in quel che può dare il ragazzo e il primo a crederci deve essere proprio l’allenatore che avrà dato il benestare per l’operazione. I due sembrano già andare d'accordo.
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— F.C. Internazionale (@Inter) 8 Luglio 2014
Siamo sicuri quindi che tra due anni, quando scadrà il prestito, e l’Inter dovrà versare nelle casse della Roma 7,8 milioni, il brasiliano - augurandoci che i problemi fisici smettano di tormentarlo ed è questa forse la maggiore delle incognite - che, a soli 24 anni potrebbe avere un grande presente e un futuro ancora più grande davanti, non ne possa teoricamente valere già il doppio? E che quindi l’affare non l’abbia fatto solo la Roma?
Silvestro Giaquinto