La ventinovesima giornata ha visto Inter, Milan ed Atalanta in difficoltà. Le due squadre del capoluogo meneghino sono uscite con un pareggio dai rispettivi impegni con Salernitana ed Empoli, mentre gli orobici di Gasperini hanno subito la sconfitta a domicilio da parte del Bologna con il più classico dei risultati. Nel posticipo di ieri sera la Juventus aveva dunque a disposizione una ghiottissima occasione per accorciare in classifica sulle diretti concorrenti, sempre al netto della penalizzazione che si staglia come una spada di Damocle sulla testa della Vecchia Signora.

Oltre all'oggetto misterioso Pogba l'assenza più pesante in casa bianconera era certamente quella di mister Allegri, rimasto a Torino per via di una sindrome influenzale che aveva già fatto capolino in occasione della conferenza stampa della vigilia. Tra gli undici titolari il turn-over questa volta era toccato a Danilo con Gatti in campo dal primo minuto in compagnia di Bremer ed Alex Sandro, a centrocampo le corsie erano coperte da Cuadrado e Kostic con Fagioli, Locatelli e Rabiot nel mezzo, in attacco confermata la coppia Di Maria - Vlahovic. 

Come ci si aspettava la Juventus parte lasciando il pallino del gioco in mano alla Lazio, squadra decisamente più organizzata in fase offensiva e capace di tenere il possesso della sfera con grande qualità, grazie soprattutto ai suoi uomini più importanti Milinkovic-Savic, Felipe Anderson, Zaccagni e Luis Alberto, mentre Ciro Immobile era preso in consegna dalla consueta marcatura feroce di Bremer. I bianconeri sembrano quasi estasiati nel guardare le capacità di sviluppo di manovra dei capitolini, la differenza di ritmo tra le due squadre era palese e sembrava solo questione di tempo prima che la Lazio riuscisse a far saltare il fortino eretto dalla Juventus. Il ghiaccio viene rotto però solamente al 38' con Milinkovic-Savic che riesce con astuzia a liberarsi della marcatura di Alex Sandro ed è glaciale nel battere Szczesny a pochi passi dalla porta bianconera. Come suo solito la Juventus si sveglia immediatamente dopo essere andata in svantaggio e dopo appena quattro minuti riporta il punteggio sulla parità con Rabiot che ha la caparbietà di andare ad insaccare dopo una doppia respinta di Provedel.

Nella ripresa la Juventus sembrava aver capito la lezione ed è partita con un ritmo più elevato, ma è di nuovo la Lazio a trovare il vantaggio con una strepitosa azione condotta da Felipe Anderson, rifinita da Luis Alberto e conclusa da Zaccagni. Dopo il secondo svantaggio la Juventus cambia pelle con l'ingresso di Chiesa ed il passaggio al 4-3-3. La reazione questa volta è tanto furente quanto confusionaria. I bianconeri cercano di cambiare spesso il fronte di gioco per innescare ora l'ex Fiorentina, ora l'argentino Di Maria, alzando molto anche il baricentro del pressing. La mole di gioco che si sviluppa è decisamente importante, ma alla fine si contano solo tre tentativi concreti di conclusione, tutti per altro al di fuori dello specchio della porta difesa da Provedel. 

La partita di ieri sera ha portato diversi rimpianti in casa Juventus. Oltre a non aver sfruttato il turno estremamente favorevole i bianconeri hanno dimostrato nella seconda frazione di gioco di poter mantenere un ritmo alto capace di mettere in difficoltà anche una squadra come la Lazio che fa della velocità una delle sue armi migliori. Inoltre la contemporanea presenza di Chiesa e Di Maria può creare una grande quantità di situazioni pericolose viste le loro capacità di creare superiorità numerica. Per la Juventus Aprile sarà un mese a dir poco decisivo e affrontarlo con un maggior coraggio rispetto a quanto visto nelle ultime uscite potrebbe rivelarsi la mossa giusta per centrare tutti gli obiettivi rimasti in piedi, a partire dalla qualficazione alla prossima Champions League, con o senza penalizzazione.