Per scrivere la storia, anche quando ti chiami Barcellona e disponi fra le tue fila di calciatori che rispondono ai nomi di Iniesta, Suarez, Neymar e soprattutto Messi, hai bisogno sempre e comunque di un ingrediente imprescindibile senza il quale a volte non si riesce a vincere neanche la più facile delle partite: la fortuna. Anche ieri, infatti, i blaugrana sono stati sì bravissimi ad incanalare su binari congeniali la difficile sfida col Psg, soprattutto dopo il 4-0 subito all'andata in Francia, ma la Dea bendata ha evidentemente dato una grossissima mano ai catalani. Gol più o meno casuali, montanti a respingere gli attacchi avversari, ed un arbitro tutt'altro che nella sua serata migliore, probabilmente intimorito da un ambiente caldissimo quale quello del Camp Nou. Una direzione di gara come quella posta in essere ieri da Deniz Aytekin, fischietto tedesco, dalle nostre parti sarebbe stata accolta con polemiche ed accuse di tutti i tipi, ed anche all'ombra della Torre Eiffel oggi si cominciano a sentire le prime lamentele, seppur indirette, si vedano a riguardo i post-social della moglie di Thiago Motta, ex centrocampista di Genoa ed Inter, oggi in forza al Psg:
Indicare Aytekin come principale responsabile dell'eliminazione della squadra di Emery è, però, qualcosa che stride con la realtà delle cose, come fortunatamente lasciato intendere chiaramente dal patron Al Khelaifi: "Non abbiamo scusanti di nessun tipo per quanto successo stasera". Portiere titubante, difesa imbarazzante, centrocampo molle ed attacco spuntato, questi i piatti serviti dalla casa transalpina, ma, si ribadisce, senza fortuna non si va da nessuna parte, ed allora, a maggior ragione quando gli episodi ci riguardano da lontanissimo, non si può non commentarli con la giusta freddezza, anche perché, che piaccia o meno, le prestazioni della squadra arbitrale incidono sulle dinamiche di un match al pari di una magia o di una papera di un calciatore.
Andiamo con ordine. Nel primo tempo Mascherano interrompe con un braccio un cross basso da sinistra: l'intervento dell'argentino è in scivolata, movimento classico che gli arbitri sono tenuti a punire nonostante la distanza ravvicinata. Nella ripresa, subito dopo il gol di Cavani, Di Maria si presenta a tu per tu col portiere avversario: un attimo prima di calciare, però, ancora Mascherano interviene da dietro toccandolo sul piede, contatto che costringe l'ex Real a calciare a lato: anche qui l'arbitro non vede, sarebbe stato rigore ed espulsione. Sul 4-1 arriva l'assegnazione del secondo tiro dagli undici metri per i padroni di casa: Suarez è pressato da un difensore, l'attaccante riesce in un attimo a compiere una tripla simulazione lamentandosi di un tocco sul piede, poi sulla faccia, infine sul collo, l'arbitro ci casca in pieno. Tre pietre miliari che è giusto raccontare, senza gridare allo scandalo, senza lanciare inutili accuse di chissaché, ma che per onestà intellettuale non si può far finta che non esistano.
La storia è storia, e per essere ammirata va raccontata al 100%, anche perché così si rende onore tanto ai vincitori quanto ai vinti, ed in un certo senso anche all'arbitro: Aytekin così diventa il migliore attore non protagonista di una notte da Oscar, sennò sarebbe stato solamente un'inutile comparsa, sperando che chi di dovere nella stanza dei bottoni della Uefa si sia accorto di quanto successo, e che dunque si regoli di conseguenza nel futuro prossimo.