105 lunghissimi giorni. 105 lunghissimi giorni trascorsi con la speranza di tornare a sorridere. 105 lunghissimi giorni di dolorose ferite e di bocconi amari . Dalle scoppole contro Fiorentina e Napoli alle dimostrazioni di impotenza contro Pescara e Torino, passando per le Lune Nere contro Cagliari, Lazio e Udinese. Da Gasperini a Gasperini (perché la parentesi di Malesani sapevamo tutti che sarebbe durata meno di un qualunque governo di centrosinistra degli ultimi 20 anni).

 

 

Domani al Barbera arriva il Siena, squadra operaia che se non fosse per la mano pesante inflitta dal giudice sportivo, navigherebbe in acque più tranquille. I toscani che insieme ai rosanero e al Pescara condividono l’ultimo posto in classifica, hanno la stesso vitale bisogno di fare punti. Il Palermo si aggrapperà all’esperienza di Sorrentino, all’orgoglio di Miccoli e alla luna di quel genio e sregolatezza di Ilicic. Il Siena si affiderà all’esuberanza di Emeghara e alla voglia di riscatto di Rosina.  

 

Sarà una vera e propria resa dei conti. Chi non vince è perduto potremmo anche dire. Con un pareggio, per buona pace del Genoa, verrebbe confermato lo status quo ante decretando una condanna a morte per entrambe le contendenti. 

 

 

Una vittoria potrebbe essere l’iniezione di fiducia necessaria per iniziare a credere in un miracolo. Genova non sarebbe così lontana (meno 2) e il cammino, seppur sempre in salita, sembrerebbe meno irto. E’ un azzardo dire che chi vince si salva ? Forse sì. Tuttavia, non me ne vogliano i tifosi senesi, il Palermo è chiamato all’ennesima e decisiva prova d’orgoglio, sempre che ne sia rimasto sotto Monte Pellegrino. L’orgoglio per quei colori rosanero che seppur bistrattati fino al punto di venire deturpati negli ultimi mesi,  fremono al sol pensiero di tornare a campeggiare sui volti e sulle spalle di una tifoseria delusa ma ancora viva.

 

 

 

Giovanni Migliore