La pandemia mondiale non accenna a placarsi ed anzi negli ultimi giorni il numero di contagi in Italia ha ripreso a galoppare, complice anche l'elevata quantità di tamponi che si stanno facendo. Tra coloro che sono rimasti colpiti da questo virus c'è anche il Commissario Tecnico della Nazionale di calcio Roberto Mancini.

La notizia della positività dell'ex numero 10 è arrivata per altro a ridosso di un periodo particolarmente impegnativo per la Nazionale azzurra visti i prossimi impegni che prenderanno il via mercoledì 11 con l'amichevole contro l'Estonia per poi proseguire domenica 15 e mercoledì 18 nelle sfide di Nations League rispettivamente contro Polonia e Bosnia. Per affrontare queste partite così ravvicinate il tecnico della Nazionale ha dunque dovuto diramare il consueto elenco dei convocati. Ma se di solito a far rumore erano i nomi inseriti nella lista, tra i quali compaiono anche gli esordienti Calabria e Pessina, questa volta a far scalpore è stato il numero complessivo di giocatori convocati, ben 41.

In una situazione di presunta normalità la scelta del tecnico avrebbe un certo senso logico. Visto l'elevato numero di partite in un lasso di tempo così ristretto si poteva sfruttare l'occasione per far respirare ai più giovani il clima della Nazionale, dando inoltre a molti la possibilità di entrare a far parte del gruppo azzurro anche in vista del prossimo Europeo. Altro fattore da non sottovalutare è quello legato ai possibili infortuni, con un numero così grande di giocatori non ci sarà certamente bisogno di convocazioni successive per rimpiazzare gli indisponibili. Tuttavia la situazione di totale emergenza mondiale ribalta completamente la bontà di questa scelta ed anzi più che i benefici è necessario valutare le probabilità che questa decisione abbia un effetto boomerang con conseguenze tutt'altro che piacevoli.

In primo luogo le cosiddette "new-entry" non potranno almeno inizialmente approcciarsi con il CT Mancini, vista la sua positività e la quarantena che ne deriva, prendendo dunque confidenza solo parzialmente con la nuova realtà azzurra. In seconda battuta appare fuori luogo la decisione di inserire nell'elenco, seppur con riserva, diversi elementi considerati attualmente a rischio, la possibilità che si creino polemiche al riguardo è decisamente elevata, polemiche di cui la Nazionale non ha proprio bisogno. In merito a questo punto va inoltre sottolineata la particolare situazione legata al centravanti della Lazio Ciro Immobile, attualmente al centro di una bufera che sta vedendo coinvolta anche la giustizia ordinaria, come dimostra la visita fatta ieri della polizia giudiziaria al centro sportivo laziale di Formello

Ciro Immobile con la maglia della Nazionale (Getty Images)
Ciro Immobile con la maglia della Nazionale (Getty Images)

Da non sottovalutare è infine, per assurdo, anche la questione assembramenti. Disporre di 41 giocatori, più tutto lo staff tecnico e non, in una singola struttura è decisamente un rischio. E' vero che i protocolli sono chiari nella gestione dei positivi, ma se qualche tampone dovesse essere rilevato positivo anche solamente con qualche ora di ritardo il rischio che si crei un piccolo focolaio non è certamente da escludere. A conseguenza di questo non osiamo neppure immaginare come potrebbero agire le varie società se questa mega-convocazione dovesse portare al contagio di uno o più giocatori.

La speranza è che tutta vada per il verso giusto e che al termine di questo mini tour de force azzurro la nostra Nazionale possa avere sei punti in più in Nations League e che i giocatori possano rientrare tutti sani alle rispettive società.