No, non siamo quelli visti contro il Trap, per la miseria. Non lo siamo.
O quantomeno crediamo - e speriamo - di non esserlo. Il punto è un altro: che i tempi, per quanto possano sembrare dilatati, in realtà sono molto più stretti di quanto possano apparire. Manca meno di un anno ai prossimi Europei, e Prandelli, così come i suoi ragazzi, deve capire che è arrivato il momento di fare sul serio. Di diventare grandi, e di dimostrare, anzitutto a sè stessi, se di ciurma di stelle o di semplice banda di mezzi campioni stiamo parlando.
Niente vie di mezzo: questa è una Nazionale senza grigi opachi, o tenui e inconsistenti tinte color topo. Qui c'è da capire se sarà il bianco della luce emanata dalla classe di questi ragazzi, a dominare il verde dei rettangoli di gioco, o il silenzio delle loro inespresse carriere, ad ammutolire tifosi ed appassionati, delusi ed avviliti.
Questa è un'Italia senza via di mezzo. E' una squadra nata dalle ceneri di un vecchio truppone di militi noti, che quello stesso rione di osannati - legittimamente - fuoriclasse ha violentemente estirpato alla radice.
Il tutto, per privilegiare il nuovo che avanza. I ribelli - Cassano e Balotelli -, i giovani in rampa di lancio - Giovinco e Rossi -, i reietti - Montolivo ed Aquilani, ed i tentativi falliti - Ledesma, Amauri - a far la muffa in squallide e mefitiche cantine.
Con Pirlo, Chiellini e Buffon, ovvero la spina dorsale della Signora, come nella migliore delle tradizioni italiote, a far da chioccia ai nuovi arrivi.
Disabituati, quest'ultimi, a vestire un azzurro così soave e talmente esplorabile da far impallidire il più roseo dei tramonti nella Valle dei Templi, seppur fiancheggiato dall'autunnale calore dei secolari ulivi saraceni, e circoscritto da elleniche forme d'arte che ne riempiono i contorni.
La sfida, solo a breve termine ai più forti di tutti, è ufficialmente lanciata. Il gruppo dei "senzaviedimezzo" è ufficialmente reclutato, ed a meno di qualche piccolo e secondario ritocco, è comunque formato, ed ha ufficialmente lanciato, impudico, il suo guanto di sfida al Mondo intero.
Le vie di mezzo, d'altra parte, quando hai in campo gente come Giovinco, Cassano e Balotelli, non te le puoi permettere. Anzi, meglio: non te le permettono loro. E di tutto ciò, già mercoledì prossimo, avremo un'ulteriore conferma. Quando alle furie rosse sapremo se, ad essersi opposto, sarà il bianco accecante degli inebrianti campioni che potenzialmente questi ragazzi hanno dentro, o semplicemente il nero dei mostri che alcuni di loro si portano, stancamente, dentro, da anni.
Alfredo De Vuono