di Luca Tonazzini
Nel mondo ci circondano milioni di problemi, spesso davvero drammatici, ma in Italia si trova sempre il tempo di discutere di calcio: nei mesi di campionato ci travestiamo tutti in improvvisati allenatori e ci dilettiamo in disamine sulle scelte di quelli che i tecnici lo fanno per lavoro; d'estate invece preferiamo la mise del direttore tecnico (o sportivo a seconda dei casi), valutando i costi dei cartellini, studiando i valori di ammortamento, sviscerando gli stipendi con allegati bonus dei vari giocatori, per terminare, come sempre, con l'esprimere il nostro tranciante giudizio su questa o quella operazione. Le disquisizioni estive vengono poi spazzate via con l'avvento del calcio giocato ed i primi risultati iniziano a confutare o avvalorare le varie tesi.
Nell'estate 2015 una buona fetta degli amanti della Vecchia Signora aveva bollato come insoddisfacente il mercato messo in atto da Marotta e Paratici: Dybala pagato troppo, Mandzukic paracarro, Alex Sandro pacco, per poi tacere dell'illustro sconosciuto Lemina, dell'inutile Hernanes, del fragilissimo Khedira e di quel Cuadrado arrivato con un anno di ritardo. L'unico a salvarsi secondo i tifosi era Rugani. Come sempre il campo, giudice e sentenza, sta iniziando a dare verdetti decisamente diversi.
Partiamo dal "pacco" Alex Sandro: la parabola del brasiliano ricorda in molti aspetti quella fatta nella stagione 2014/2015 da Alvaro Morata. L'ex Porto ha iniziato la sua avventura in bianconero disputando solo pochissimi scampoli di partita, cercando di sfruttare al meglio tutte le occasioni che gli venivano concesse da mister Allegri. Con il passare del tempo sono arrivati, puntuali, anche i primi mugugni di tutti gli appassionati, ma la strategia scelta dal tecnico bianconero si è rivelata ancora una volta vincente: dopo una prima fase di ambientamento Sandro sembra essere diventato ora un elemento imprescindibile della Vecchia Signora, ara la corsia mancina che è un piacere, riuscendo a mantenere la lucidità necessaria per far piovere al centro dell'area avversaria dei cross insidiosi che possono essere facilmente trasformati in gol dagli attaccanti.
Proseguiamo con il "paracarro" Mandzukic: le prime apparizioni dell'attaccante croato non avevano impressionato nessuno e l'etichetta di "palo della luce" non ha tardato ad arrivare. Il fatto che l'ex Atletico abbia una struttura fisica che impiega necessariamente un maggior tempo per entrare in forma non veniva considerato da nessuno, ma con il passare delle partite l'apporto di Mandzukic è andato via via migliorando, sia dal punto di vista realizzativo sia da quello della quantità, visto l'enorme lavoro in fase di non possesso. Il crescendo del croato è stato talmente dirompente da far oscurare il talento di Morata, relegato in panchina nelle ultime quattro occasioni proprio per fare spazio all'ex Atletico.
Infine Dybala: lasciando perdere le statistiche già impressionanti dell'argentino e limitandoci a quello che dice il rettangolo verde troviamo che l'ex Palermo è maturato tantissimo nel passaggio da una realtà media del calcio italiano ad una grande come quella bianconera. Sbarcato a Torino con le stigmate della prima punta "la Joya" ha seguito i dettami tattici voluti da mister Allegri, arretrando il proprio raggio di azione e fungendo da cerniera da centrocampo ed attacco, sfruttando alla perfezione i varchi aperti dal paracarro Mandzukic. La trasformazione da prima punta a seconda sembra dunque essere oramai completa ed anche dal punto di vista della personalità, vero timore dei tifosi bianconeri, Dybala ha già superato l'esame a pieni voti.
Di difficile interpretazione è il caso legato all'acquisto di Khedira. Il campione del Mondo è approdato alla Juventus con la fama di giocatore "di cristallo", spacciato da molti ormai per un ex, il tedesco ha confermato la sua nomea di calciatore dai numerosi problemi fisici, incappando in un infortunio muscolare appera sbarcato a Torino e costretto a dover attendere diversi mesi prima di fare il suo esordio ufficiale. In campo sono bastati pochissimi minuti per far capire che di "ex" Khedira non ha proprio nulla, se non la favolosa fidanzata, anzi stupendo gli addetti ai lavori per l'intelligenza tattica e la capacità di calarsi nella realtà juventina. Queste prestazioni decisamente sopra la media hanno poi però dovuto pagare nuovamente pegno dal punto di vista fisico, facendo tornare l'ex Real Madrid a disposizione del medico sociale anziché di Allegri.
E Rugani? rimane forse il punto più pruriginoso dello scorso mercato, il ragazzo ha già dimostrato ad Empoli di meritare il posto in una grande squadra ma, attualmente, togliere il posto ad uno tra Chiellini, Bonucci e Barzagli sembra impossibile.