Chiamatela come volete: invidia, gelosia, semplice antipatia, forse il buon vecchio "rumore dei nemici". Fatto sta che Andrea Stramaccioni è l'uomo più odiato del momento. Il suo peccato mortale? Essere arrivato su una panchina prestigiosa senza percorrere la necessaria trafila, quella che in gergo viene definita gavetta.

 

Questa almeno la versione ufficiale, come è emerso anche dalle recenti dichiarazioni di Ivan Zazzaroni, che ha evidenziato come il tecnico nerazzurro sia il più odiato dai colleghi. Se volessimo però andare in cerca di una motivazione leggermente più sottile, potremmo anche pensarla diversamente.

 

Innanzi tutto Stramaccioni è giovane e già per questo secondo alcuni non merita di stare dove si trova: ci vorrebbe una marea di esperienza in più, magari anche ventennale, per poter gestire una situazione del genere. Così poi si arriva ad allenare giocatori talmente lontani per mentalità e abitudini che diventa impossibile entrare in sintonia con loro.

 

Altra brutta tendenza di Strama: oltre a essere giovane, dice quello che pensa. In questo ci ricorda qualcuno, un certo allenatore portoghese che non le mandava a dire a nessuno, che si trattasse di Ranieri, Spalletti o Lo Monaco. E che casualmente era odiato anch'egli da tutti, o quasi.

 

Terza ragione, forse la più importante: Andrea Stramaccioni è maledettamente bravo. Ed è questo probabilmente ciò che infastidisce di più, che un ragazzo della sua età - neanche 37 anni - possieda tutta la sua competenza tattica, coniugata con una capacità di gestire lo spogliatoio magistrale, se si pensa che ha a che fare con quello che è stato descritto come il gruppo di giocatori mangia-allenatori per eccellenza.

 

Giovane, bravo e, grazie anche alla sua laurea in Giurisprudenza, ottimo comunicatore: un mix che provoca travasi di bile in chi, evidentemente, pensa di meritare riconoscimenti maggiori per il solo fatto di allenare da più tempo.

 

Cesare Bogazzi