Ho sempre subito il fascino del calcio agostano. Sin da bambino - insieme a mio zio - sentivo il richiamo dei colori rosanero soprattutto nel mese più caldo dell'anno; sia quando la rabbia per la stagione trascorsa faceva posto a nuove emozioni sia quando l'entusiasmo e la curiosità per la campagna acquisti si facevano preferire alle serate al mare. Pur comprendendo i motivi dello sciopero del tifo organizzato che ha deciso di rimanere fuori dallo stadio per la gara di Coppa Italia contro la Virtus Francavilla, non potevo di certo mancare alla prima partita dell'anno.

L'astinenza dalla "Favorita" fiacca più dell'afa, la nostalgia del tempo che fu logora. Caldo. Troppo caldo. Sudo stando fermo. La birra "dallo zio" non aiuta. Ma c'è chi porta allo stadio - oltre alla moglie e alle due figlie - un neonato di appena 23 giorni. Gesto folle quanto genuino; segno che una città umiliata e stanca come Palermo del calcio non può proprio farne a meno.

Gli undici titolari (Getty Images)

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Contro un tenero avversario, allenato dal palermitano Gaetano D'Agostino, per il Palermo è una passeggiata. La squadra schierata da Tedino è padrona del campo, corta quanto accorta, autorevole quanto autoritaria. Gli uomini sono gli stessi dello scorso anno, eccetto Coronado e Bellusci. Se il brasiliano di Londrina si è fatto apprezzare per il pregevole tocco, l'ex catanese - il più ammonito della scorsa serie A- si è fatto riconoscere rimediando un giallo già nel primo tempo. La prima pagina è tutta di Trajkovski, autentico mattatore della serata e autore di una tripletta. Il macedone, reduce da un'annata condizionata da un fastidioso infortunio, ha dispensato giocate di fino e una raffica di conclusioni precise verso la porta difesa dal povero Albertazzi che hanno perfino oscurato la performance di Nestorovski, apparso decisamente sottotono. Positiva anche la prova del duo di centrocampo Jajalo -Chocev, fischiati nel pre-partita ma usciti tra qualche timido applauso a testa alta. Perfino Struna, fischiato durante la lettura delle formazioni, non è dispiaciuto nel ruolo di centrale della difesa a 3, ma è lapalissiano che bisogna rivederlo contro avversari di rango superiore. 

Altra nota lieta della serata l'esordio di due giovanissimi picciotti palermitani come il difensore sinistro Andrea Accardi e l'attaccante Antonino La Gumina (che nel finale - per la troppa emozione - ha sbagliato un rigore). Una ventata di verace palermitanità che manca sotto Monte Pellegrino dall'epopea del Palermo dei picciotti di Arcoleo e che potrebbe fornire quel quid in grado di far ricredere anche i più scettici.

Il risultato finale di 5-0 è pienamente meritato (di Aleesami e dell'esordiente Murawski le altre due reti). Tedino può ritenersi soddisfatto, così come il pubblico che nella ripresa ha improvvisato alcuni cori spontanei, segnali di una timida riconciliazione. Adesso c'è il Cagliari il prossimo avversario nel terzo turno di Coppa Italia sabato prossimo, poi l'esordio in campionato contro lo Spezia. Due gare che il Palermo dovrà vincere per completare questo percorso di riappacificazione con la città.