Siamo un popolo strano, su questo non c'è alcun dubbio a prescindere da quale sia l'argomento, ma quando l'italiano medio comincia a parlare di calcio ecco che escono fuori le peggiori cose possibili, a maggior ragione quando c'è da manifestare un inspiegabile odio che forse potrebbe trovare spiegazione logica solo se con certi atteggiamenti si volesse arrivare a sfogare una frustrazione soggettiva che altrimenti rischierebbe di restare pericolosamente repressa per poi sfociare in poco piacevoli episodi di cronaca.
Quello che sta succedendo nelle ultime ore, a margine del derby della Mole giocato ieri sera, è emblematico a riguardo: è bastato un dubbio episodio arbitrale pro-Juve per rimettere in moto un carrozzone d'odio colmo di ignoranza ed incoerenza. C'è chi se ne esce con la solita storiella della "Juve che ruba" anche se non si capisce come si cala in questa visione delle cose l'incredibile lista di errori arbitrali a sfavore della Vecchia Signora da inizio stagione ad oggi fra Serie A e Coppa Italia (18 rigori non concessi, 9 espulsioni mancanti agli avversari, 1 gol regolare non concesso, 1 rigore inesistente concesso agli avversari, 2 gol irregolari convalidati agli avversari: questo raccontano le moviole di Sky Sport, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Rai Sport e Sportmediaset), chi invece invoca l'utilizzo della VAR per casi come il secondo giallo ad Acquah senza sapere che in ogni caso non sarebbe stato un episodio giudicabile con tale strumento, c'è chi ha la memoria veramente corta e non ricorda che per episodi simili o si è lamentato quando sono stati giudicati diversamente (Mandzukic su Icardi in Inter-Juve), o è rimasto in silenzio quando il giudizio è stato identico (ammonizione dello stesso Mandzukic nel derby d'andata per fallo uguale come dinamica a quello di Acquah sempre sul croato).
Fra gli altri c'è anche chi la memoria ce l'ha abbastanza buona, ma fa finta di non ricordare, e, più o meno giustamente (e no, non è giusto banalizzare certe logiche perché le partite comunque vanno vinte), sostiene che un episodio diventa decisivo quando lo si subisce in match persi o pareggiati, in pratica lì dove si perde terreno in classifica. Sarà un caso, sarà il destino a cui piace farsi beffe dell'ignoranza e/o dell'arroganza, ma fra le partite nelle quali la Juve quest'anno ha perso punti in campionato ci sono i match con Milan e Genoa all'andata, Fiorentina, Udinese e Atalanta al ritorno. Gol annullato a Pjanic, rigore non concesso a Mandzukic, gol irregolare di Kalinic, rigore non concesso per mani di G.Rodriguez, rigore non concesso a Dani Alves, rigore non concesso a Dybala, rigore non concesso per mani di Toloi, più i mancati rossi a Chiesa ed Hallfredsson che comunque con la moviola in campo non sarebbero potuti arrivare. Tutti dati di fatto che smontano inesorabilmente anche questo tipo di lamentele.
Tornando al presente, nel match di ieri si è vista una squadra tirare una sola volta verso la porta avversaria ed uscire fra complimenti e attestati di solidarietà per il furto (?) subìto, ma totale silenzio, per esempio, per la perla della Rai con insulto razzista a Benatia. Il tutto a distanza di una settimana dal clamoroso penalty non concesso alla Juve contro l'Atalanta, con annessa lezione di intelligenza e stile posta in essere da Massimiliano Allegri. Siamo un popolo arrivato sul fondo del barile, ma nonostante tutto siamo prontissimi a continuare gli scavi: a chi va più che bene così è la Juventus, sono gli juventini, perché significa che gli altri resteranno concentrati su quanto è bello il gioco del Napoli, su quant'è europeo lo stile di gioco della Roma, su quanto promette bene il nuovo corso asiatico delle milanesi.