Sono accorsi in diecimila per vederlo per la prima volta con la nuova maglia: si trattava solo di un’amichevole contro i dilettanti del Monza, i tifosi del Torino hanno risposto comunque con grande entusiasmo all’arrivo dalla Roma di Iturbe. In giallorosso non è riuscito in nessun modo a togliersi di dosso l’etichetta del clamoroso flop: arrivato da secondo acquisto più pagato della storia romanista dopo Batistuta, è riuscito in due stagioni e mezza a mettere a referto soltanto tre gol in campionato. La rete del momentaneo vantaggio nel derby del maggio 2015 ha solo illuso: il riscatto di un giocatore che ha deluso completamente le aspettative non è mai arrivato; anonima anche la mezza stagione in prestito al Bournemouth, nemmeno Spalletti è riuscito a rivitalizzarlo. Il trasferimento al Torino lo rende però di nuovo un giocatore appetibile: ecco perché.

MAI ARRESO - Nonostante il lungo periodo buio l’attaccante classe ’93 ha fatto del "never give up" il suo motto: non è mai mancato l’impegno e la grinta sia in allenamento che quando chiamato in causa. Ce l’ha messa sempre tutta. Massima determinazione nel tentativo di tornare ad essere determinante; nella nuova realtà i suoi sforzi potrebbero vedersi finalmente ricompensati. 

NUOVI STIMOLI – C’è da diventare un giocatore del Torino a tutti gli effetti, meritandosi l’acquisto a titolo definitivo a fine stagione. Il nuovo numero 19 granata resta in un campionato che già conosce, raggiunge alcuni ex compagni di squadra ed un allenatore che ci ha scommesso. Cambiare aria era una necessità, può solamente essergli salutare.

CON BELOTTI COME CON TONI - Giocare al fianco di un attaccante della potenza di Belotti sicuramente lo avvantaggerà: il Gallo è in grado di aprirgli spazi stuzzicanti per andare a colpire e sarà un punto di riferimento là davanti importante. Nel 2013/2014 al Verona la coppia Toni - Iturbe si trovò a meraviglia: la nuova coppia potrebbe essere altrettanto devastante.

COME IAGO FALQUE E LJAJIC - In maglia granata hanno trovato un ambiente ideale per tornare ad esprimersi ai loro livelli altri due ex giallorossi ed ex compagni di squadra di Iturbe alla Roma: Iago Falque e Adem Ljajic. Anche loro avevano pagato il trasferimento nella big della Capitale dopo le annate boom rispettivamente al Genoa e alla Fiorentina. Le prime diciotto giornate alla corte di Mihajlovic hanno riconsegnato due giocatori in grado di fare la differenza. Otto gol per lo spagnolo, cinque per il serbo. In difesa è riuscito a tornare a buoni livelli anche Leandro Castan. Iturbe può essere allora il prossimo.
MINORI PRESSIONI - La minore concorrenza gli regalerà più libertà per provare la giocata, sia su calcio di punizione (tre dei suoi otto gol al Verona nel 2013/2014 arrivarono da calcio da fermo), sia da fuori area; più spazio anche per le sue avanzate palla al piede e fare male in contropiede; maggiore naturalmente, rispetto ai tempi della Roma, anche il minutaggio che avrà a disposizione per ritrovare condizione e fiducia.