C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico. Un qual certo senso di déjà vu, che porta a considerare l'ovvietà dei corsi e ricorsi storici e mostra come spesso nel momento di prendere una decisione siano proprio gli elementi più lampanti a non essere presi in considerazione.
Ciro Ferrara è sulla graticola, vicino a un esonero che per ora non è arrivato, dopo che un inizio più che promettente aveva portato gli addetti ai lavori a includere la sua squadra tra le compagini in lotta per un posto al sole, ovvero le zone nobili della classifica. Non è solo una descrizione, rappresenta più che altro un'istantanea di una situazione, ma sta a voi decidere dove collocarla e scegliere se ci troviamo nel novembre 2012 o nell'inverno del 2009.
C'è qualcosa che vi sfugge? Allora torniamo ancora più indietro. Il 18 maggio 2009, Ciro Ferrara sostituisce Claudio Ranieri alla guida della Juventus; mancano due partite alla fine di un campionato che per i bianconeri è stato buono, ma non ottimo, in quanto si sperava di competere fino all'ultimo per lo Scudetto. Ferrara al suo esordio strapazza il Siena, poi regola la Lazio, centrando un prezioso secondo posto e la qualificazione alla Champions League: arriva dunque la riconferma per l'anno successivo.
La stagione 2009-2010 inizia sotto i migliori auspici per il tecnico bianconero: in suo favore si sbilancia persino il vate Lippi, che sul campo vince tanto ma nelle interviste spesso non ci azzecca, dichiarando che il buon Ferrara non ha niente da invidiare a Mourinho. Tanto per intenderci, quella è la stagione che terminerà con il triplete nerazzurro, per cui un no comment sulle affermazioni del buon ct ci sembra decisamente adeguato. E Ferrara? Inizia alla grande, quattro vittorie in fila e il sogno Scudetto nel taschino, giocatori che dichiarano di non essersi mai allenati tanto duramente, la società che lo elogia, la Juve ormai tornata a lottare per i traguardi che le competono. Ma non durerà.
Inizia una lunga agonia, tra risultati stentati, infortuni a ripetizione e una qualificazione alle fasi finali della Champions clamorosamente mancata, il tutto intervallato da qualche sporadica soddisfazione, come la vittoria nel derby d'Italia; ma è proprio l'Inter, eliminando la Juventus dalla Coppa Italia, a porre fine all'esperienza di Ferrara sulla panchina bianconera: arriva Alberto Zaccheroni, traghettatore per eccellenza, mentre Ciro saluta mestamente squadra e tifosi.
Estate 2012: dopo un'ottima esperienza alla guida dell'Under 21 azzurra, Ferrara viene scelto come allenatore della Sampdoria, fresca di ritorno in Serie A. E inizia con il botto, infliggendo una sconfitta a domicilio al Milan, vincendo - e convincendo - contro Siena e Pescara. Poi, dopo due pareggi, il tracollo: sei sconfitte consecutive and counting, come dicono negli States, ed ecco quell'immancabile senso di déjà vu. Per chi ama sottolineare la ciclicità della storia, il finale parrebbe già scritto.
Cesare Bogazzi