"Non essere un'unica forma, adattala e costruiscila su te stesso e lasciala crescere: sii come l'acqua. Libera la tua mente, sii informe, senza limiti come l'acqua. Se metti l'acqua in una tazza, lei diventa una tazza. Se la metti in una bottiglia, lei diventa una bottiglia. Se la metti in una teiera, lei diventa la teiera. L'acqua può fluire, o può distruggere. Sii acqua, amico mio" (cit. Bruce Lee).
Nel calcio esistono diversi tipi di allenatore che si possono catalogare a seconda dell'attitudine di gioco, degli schemi preferiti, dall'abilità di lavoro con i giovani o ancora quelli che amano il lavoro di psicologia rispetto a quelli del campo. Esistono però anche due macro-categorie in cui si possono suddividere i mister, quelli che amano il turn-over e quelli che se potessero manderebbero in campo i soliti 11 per tutte le 40 e più partite stagionali.
Alla guida della Juventus attualmente c'è Massimiliano Allegri che, a dispetto di quello che potrebbe sembrare di primo acchito, è un grande amante del turn-over. A dimostrazione pratica di questa che per ora sembra solo una teoria possiamo portare le prime sette partite di campionato di questa stagione. Vuoi per gli infortuni, vuoi per le squalifiche in 7 giornate il tecnico della Vecchia Signora ha schierato 7 formazioni diverse dal 1', cambiando pochissimo dal punto di vista tattico ma affidandosi alle diverse capacità dei protagonisti sul campo per variare il tipo di prestazione.
Abbiamo visto così alternarsi Dani Alves, Lichtsteiner e Cuadrado sulla corsia di destra, Mandzukic ed Higuain come partner di Dybala, gli inserimenti ora di Benatia ora di Rugani nel pacchetto arretrato ed una grande varietà di soluzioni per quanto riguarda la linea mediana. Tuttavia guardando i minutaggi dei protagonisti bianconeri è chiaro come Allegri abbia scelto il suo 11 di base su cui effettuare variazioni sul tema a seconda delle esigenze, del tipo di avversario e del calendario.
Oltre ad aver portato risultati estremamente positivi, primo posto in classifica con quattro punti di vantaggio sul Napoli ed una sola sconfitta al passivo, l'intelligente gestione di Allegri dal punto di vista prettamente fisico ha fatto sensibilmente calare anche il numero di infortuni di natura muscolare, preservando, almeno finora, l'integrità di giocatori che in passato avevano dimostrato poca continuità come Sami Khedira, impiegato finora 494 minuti in campionato sui 630 disponibili e che nelle prime giornate si è rivelato l'autentica arma in più di questa Juventus. Da apprezzare anche l'inserimento dei nuovi acquisti che fino all'anno scorso, nonostante l'eccellente gestione di Morata e Dybala, aveva fatto storcere più di un naso tra i tanti supporter juventini: tre dei cinque "nuovi" fanno parte dei giocatori con più minutaggio, Benatia è stato schierato con una certa frequenza fino a prima dell'infortunio, mentre Marko Pjaca, infortunatosi recentemente, è stato usato come arma tattica da mandare in campo negli ultimi minuti per sparigliare le carte e cercare di chiudere definitivamente la partita qualora ce ne fosse stato bisogno, ripercorrendo almeno nell'idea di Allegri la strada intrapresa con i già citati Morata e Dybala.
Insomma per quanto possa non essere apprezzato da qualcuno la strategia di turn-over attuata finora da Allegri ha portato più benefici che svantaggi e nell'arco della stagione, ancora lunghissima, un'intelligente gestione delle energie fisiche dei giocatori potrebbe rivelarsi decisiva ai fini della vittoria del sesto Scudetto consecutivo e la voglia di percorrere quanta più strada possibile in ambito europeo.