Negli ultimi anni la Juventus sembra essersi specializzata in addii che sanno più di arrivederci, con tanto di ritorno "a casa" dopo qualche tempo. In principio fu Leonardo Bonucci che dopo la famosa serata dello sgabello andò al Milan "per spostare gli equilibri" salvo poi tornare in bianconero dopo appena una stagione. Nell'estate successiva il difensore fu imitato da Gianluigi Buffon, il portierone aveva tentato l'esperienza all'estero, precisamente al PSG, per poi accettare di svestire i panni del titolarissimo per fare da secondo a Szczesny, pur di rientrare sotto l'ombra della Mole. L'anno scorso, dopo il caso ed il caos Suarez, la dirigenza juventina ha rispolverato il nome di Alvaro Morata, affidando allo spagnolo il ruolo di centravanti della squadra e dando vita, anche per lui, alla sua seconda avventura in bianconero. 

Qualche anno fa Galliani, riferendosi a Kakà, canticchiava uno stralcio di una delle canzoni più famose di Antonello Venditti. La Juventus sembra aver tratto fin troppa ispirazione dall'attuale dirigente del Monza e dal cantautore romano, tanto applicare quella lezione non solo ai giocatori, ma anche alla componente tecnica della propria squadra. Così dopo i ritorni di Bonucci, Buffon e Morata pochi giorni fa è stato annunciato ufficialmente il secondo mandato di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. Anche ai piani dirigenziali c'è stato un cavallo di ritorno, ovvero Maurizio Arrivabene, già membro del CDA nella prima ora della presidenza Agnelli, ora è rientrato alla Zebra dopo aver passato poco più di quattro anni sotto l'egida del Cavallino Rampante.

Nelle ultime ore questa nouvelle vague di ritorno al futuro sembra però voler dilagare. Prendono infatti sempre più campo le voci di un approdo di Andrea Barzagli all'interno dello staff tecnico di Allegri, mentre per quanto riguarda il rettangolo di gioco si vocifera di un Miralem Pjanic nuovamente pronto a prendere in mano le redini del centrocampo juventino. Praticamente più che una rivoluzione la dirigenza juventina starebbe preparando una vera e propria restaurazione nella speranza che questa possa riportare presto la squadra ai fasti del recentissimo passato.

Al di là dell'aspetto puramente emotivo per cui certi ritorni a casa, come novelli figliol prodighi, fanno certamente piacere, dal punto di vista sportivo ed economico questo modus operandi fa sorgere più di qualche dubbio

Parliamo soprattutto del possibile ritorno di Pjanic. Il centrocampista bosniaco è stato ceduto solamente un anno fa al Barcellona in cambio di Arthur, una soluzione di mercato che alla tifoserie blaugrana ha fatto storcere decisamente il naso, soprattutto dal punto di vista anagrafico. Ricordiamo infatti che Pjanic ha già superato la soglia dei 30 anni, mentre il brasiliano è un classe 1996. In Spagna l'ex centrocampista di Roma e Juventus non ha certamente brillato con Koeman che gli ha spesso preferito anche qualche giovane proveniente dalla cantera, oltre che l'olandese Frenkie De Jong. Nella stagione appena conclusa Pjanic ha infatti messo assieme meno di 1300 minuti di gioco sommando tutte le competizioni, con appena 19 presenze in campionato, senza segnare alcun gol, né fornire assist. Un'annata che dunque non si può certamente definire positiva. Ipotizzare un suo ritorno appare dunque azzardato, soprattutto se si parla di un nuovo scambio, mettendo sul piatto come contropartita un giocatore decisamente più giovane come Rodrigo Bentancur. Anche dal punto di vista economico sarebbe un affare in perdita considerando che attualmente Pjanic percepisce un ingaggio di 6.5 milioni di Euro, mentre l'uruguaiano della Juventus ne guadagna "appena" 2.5.

Tra le necessità della Juventus che verrà ci sono infatti anche quelle di riddure il monte ingaggi e, contestualmente, ringiovanire la rosa, come già richiesto Allegri pochi mesi prima del suo arrivederci. Meglio sarebbe dunque puntare su qualche giovane in fase di crescita senza che sia necessario allargare i cordoni della borsa per corrispondere stipendi importanti, senza dimenticare la possibilità di creare plusvalenze in caso di futura rivendita, situazione difficilmente applicabile per giocatori ultra-trentenni come, appunto, lo stesso Pjanic.

Non è da sottovalutare  neanche quello che potrebbe essere l'effetto boomerang di questa campagna di restaurazione. Se le cose, malauguratamente, non dovessero andare come si spera si dovrebbe necessariamente dare vita ad una vera rivoluzione, staccando definitivamente il legame con il passato. Vista l'attuale situazione è dunque più opportuno anticipare questa rivoluzione, senza doverci poi ricorrere in un futuro non troppo lontano.