Mettici i costanti, ininterrotti e continui riferimenti, in ogni sua dichiarazione, a Gianluigi Buffon. Logici, peraltro, ma puntuali, forse troppo, fin da prima che esordisse in prima squadra. Aggiungici quell’uscita, fuori luogo ma probabilmente non del tutto fuori tempo, di Tacconi: “Secondo me la Juve ha già preso Donnarumma, arriverà fra due o tre anni, non vedo come non possa arrivare dopo Buffon”. Come se la Juventus, per assunto, per diritto divino e nel consenso generale, fosse ormai una all star, e tutte le altre prone emanazioni del volere di Agnelli e company. Aggiungici, soprattutto, le sibilline dichiarazioni dal ritiro della Nazionale di Gigio: “Penso solo al Milan, per ora”. E infiocchetta e chiudi tutto con l’anatema peggiore di tutti: alla voce “procuratore” sulla scheda di Gigio Donnarumma, c’è scritto, come una mortifera sentenza, “Mino Raiola”.
No, sul fronte Donnarumma non c’è da essere tranquilli, da tifosi rossoneri. Per niente. Avventato dire che si stia tenendo in caldo, con disinvoltura e senza colpo ferire, il gioiellino per poi girarlo ai bianconeri, così, senza batter ciglio. Ma tutti questi segnali non possono non infastidire, far dubitare, in tempi in cui la volontà della società non è così ferrea su mezza questione che sia mezza, e da molto tempo.
Acerbo come allarme nei tempi, non nella sostanza: il Milan che verrà, di chiunque sia, deve ripartire da Donnarumma. E non ci sono ragioni. Sarà stato magari ingenuo l’entusiasmo con cui Montella ha liquidato la questione "Raiola o non Raiola", puntualmente bacchettato da Galliani, che sul modus operandi di Raiola qualcosina ne sa. La questione è spinosa, ingombrante, e foriera di incubi.
Per cosa si sta cedendo la società? Per piacere? No. La si sta cedendo perché non ce la si fa più. La si sta cedendo perché non si riuscirebbe a trattenere, a blindare, neanche un magazziniere. E allora, che si ceda realmente per un futuro migliore, che sia migliore, come nelle intenzioni. Perchè, come un tempo, come disse un Berlusconi in veste più glitterata, e decisamente più in auge, “Nessuno può venire al Milan e portargli via un campione”.
Italiano, cinese, o marziano, il nuovo Milan passa da Donnarumma. Da Locatelli, da Calabria, da altri come loro. La mission di Fassone sia chiara da subito: si cede per non aver più bisogno di cedere. Con buona pace di Tacconi. E prima di Maldini, prima di Godin, prima di qualsiasi altra cosa, all’ordine del giorno, al punto 1, mettiamoci, in caratteri cubitali: “Rinnovo di Gianluigi Donnarumma”. Possibilmente senza clausole da 94 milioni.
Ezio Azzollini