Il grande scandalo. Ci si poteva aspettare di tutto dai media nell'analisi dell'operato dell'Inter sul mercato, ma che si arrivasse a simili "mezzucci" era probabilmente al di là delle più nefaste previsioni. Il tema del giorno, proprio nelle ore in cui Gary Medel sta giungendo in Italia, non è se sarà utile agli schemi di Walter Mazzarri, se si integrerà con i compagni, se darà all'Inter il giusto equilibrio a centrocampo, se si tratti di un buon acquisto. No, niente di tutto questo: si discute solo ed esclusivamente della sua presunta fede bianconera.
A destare scalpore, video e foto risalenti al 2012 che ritraggono il cileno con un berretto della Juventus. Ed ecco che scoppia la bomba, come se non si trattasse di un professionista che sta iniziando un nuovo step della sua carriera e dovessero per forza contare le sue simpatie o antipatie calcistiche. Ma ciò che desta più amarezza è - come al solito - il diverso trattamento che viene riservato a situazioni del tutto simili.
Al di là di un'immagine del neo-acquisto della Juventus Patrice Evra che sta girando sul web in queste ore e che lo ritrae con una t-shirt dell'Inter, sulla cui effettiva provenienza non possediamo certezze, quel che è certo è che dichiarazioni - e quindi non ipotesi basate su un cappellino - passate misteriosamente sotto silenzio dai big dell'editoria italiana non hanno ricevuto lo stesso tam-tam mediatico dello "scandaloso" cappello del centrocampista cileno. Perché per un Medel juventino c'è un Leonardo Bonucci che qualche anno fa, prima di approdare a Torino, si professava tifosissimo nerazzurro; c'è un Andrea Poli che dichiarava di avere urlato come un matto a Madrid nel 2010, mentre osservava la sua Inter vincere la Champions.
E ci sarebbero poi decine di situazioni simili, che però si preferisce non portare alla luce, anche se basterebbe scavare un pochino per farle emergere. Forse perché, diciamocelo, non interessano proprio a nessuno: e se il "giornalismo" non fosse caduto gradualmente così in basso, ci si renderebbe conto che esistono aspetti più importanti di cui parlare, rispetto a un cileno con un cappello rosa. Che, a scriverlo così, sembra pure uscito da una storia fantasy di dubbio livello.
Cesare Bogazzi
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