Sei vittorie su sei, l'unica compagine del campionato ancora a punteggio pieno davanti ai propri tifosi, 19 gol fatti e solo 5 incassati. Questo il rendimento della Sampdoria al Ferraris dopo oltre un terzo di campionato. Almeno, fino a ieri sera. Perché, dopo Benevento, Milan, Atalanta, Crotone, Chievo e Juventus, è arrivata la Lazio a interrompere una striscia di successi davvero impressionante. E l'inversione del trend, o quanto meno un pari, si sarebbe potuta preventivare prendendo in esame anche i numeri in trasferta dei biancocelesti che, derby a parte, hanno sempre portato a casa i tre punti. Numeri che, puntualmente, hanno avuto la meglio. 

La splendida serata genovese ha messo in evidenza un concetto ormai chiaro e tondo: gli uomini di Inzaghi hanno un carattere e una mentalità vincente che mai si erano notati così nitidamente da diversi anni a questa parte. Andare a vincere, peraltro in rimonta, su uno dei campi più ostici della Serie A è roba davvero da grande squadra. Ma, come in ogni partita sofferta, alla fine c'è chi scende e c'è chi sale.

CHI SALE

Sergej Milinkovic-Savic: terzo gol in campionato, quinto stagionale considerando anche la doppietta al Nizza in Europa League. Tutti fuori casa. Un amuleto, il gioiello serbo, di cui i capitolini non possono proprio fare a meno. Gol e assist a parte, in Liguria ha dato spettacolo sfornando perle a ripetizione. E' proprio vero: le suole degli scarpini sono diventate le sue migliori amiche. Una crescita spaziale, non solo rispetto alle precedenti due annate a Roma ma anche alle recenti prestazioni. Se continua su questi livelli, trattenerlo a lungo sarà durissima. A meno che il super-cash di qualche top club europeo non soddisfi a pieno Lotito...;

Simone Inzaghi: mai in Serie A la Lazio aveva ottenuto 32 punti nelle prime 14, dal 1994/1995 mai aveva giocato con gli stessi 11 titolari per 7 gare di fila. E lontano dall'Olimpico quest'anno la sua squadra è inarrestabile, che sia entro i confini nazionali o in campo europeo. Probabilmente l'1-2 rifilato alla Samp ha lo stesso peso specifico del trionfo all'Allianz Stadium contro la Juventus. Stessa dinamica, stesso risultato, identiche deliziose sensazioni. Che cosa cambierebbe guardandosi alle spalle? Probabilmente solo i quattro punti buttati al cospetto di Spal e Fiorentina, due possibili rimpianti enormi a fine stagione. Per i bilanci e per i processi, però, è ancora troppo presto. Così come per guardare la classifica. Anche se, a dirla tutta, comincia ad assumere una fisionomia oggettivamente interessante;

Felipe Caicedo: nel giro di sette giorni, da protagonista in negativo a eroe positivo. In attesa dei ritorni di Nani e Felipe Anderson, l'attaccante ecuadoriano è di fatto l'unica pedina offensiva a disposizione di Inzaghi da sfruttare a gara in corso. Stavolta si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto, mettendo dentro con un pizzico di fortuna il più agevole dei tap-in. Immobile non è solo: il decisivo +3 dell'ex Espanyol può rivelarsi per lui la medicina migliore per continuare a stupire e incidere così come dovrebbe (e potrebbe) fare.


CHI SCENDE

Quissanga Bastos: dov'è finito il difensore tutto muscoli, intelligenza tattica, applicazione e lucidità mentale che tanto bene aveva fatto nella prima parte di questa stagione? Dopo la performance da film horror nel derby, anche ieri ha sbagliato in occasione del gol di Zapata, facendosi scavalcare in maniera troppo ingenua dal lancio di Torreira finito sulla testa di Quagliarella (marcato da De Vrij che ha provato a coprire il buco lasciato dall'angolano) per la sponda del provvisorio 1-0. Stanchezza o autentico periodo no? Forse un po' di panchina, a vantaggio dell'ormai recuperato Wallace, potrebbe solo portargli benefici;

Ciro Immobile: per carità, criticarlo sarebbe da sciocchi. Ma qualcosa che non funziona sembra esserci: pensate che il centravanti partenopeo, dopo la partenza lampo con 14 centri nelle prime 11 giornate, non trova il gol su azione addirittura dal 29 ottobre, nella trasferta di Benevento. L'ultima marcatura, su rigore, risale al derby perso lo scorso 18 novembre. Nel suo caso, nessun dubbio: la Lazio ha al momento pochissime alternative là davanti, motivo per cui Ciruzzo è costretto agli straordinari. E i primi effetti cominciano a vedersi;

Var: la tecnologia risolve tutti i problemi... o quasi. Perché, pur avendo a disposizione l'ormai celeberrimo 'stanzino', in cui i casi dubbi vengono visti e rivisti e - nel caso - segnalati all'arbitro di turno, l'errore non viene affatto azzerato. Anzi. Lazio-Fiorentina: rigore non dato a Parolo, rigore assegnato alla Viola per fallo (poi rivelatosi tutt'altro che netto) di Caicedo su Pezzella, 1-1 finale e due punti persi. Sampdoria-Lazio: rigore non dato per fallo di mano di Bereszynski, il direttore di gara nemmeno va a vedersi il replay. Se non fosse stato per Caicedo, probabilmente sarebbe arrivato un altro pareggio 'avvelenato' in una sola settimana. Che serva da lezione per l'intero movimento calcistico italiano: sì al Var tutta la vita, ma che venga utilizzato come e quando si deve.


Gianmarco Della Ragione