di Silvestro Giaquinto

 

Keita ha giocato con il Mali in Guinea Equatoriale il 20, il 24, il 28 gennaio. Il 29 ha ricevuto la notizia dell’eliminazione al sorteggio della sua Nazionale, il 31 era in campo per Roma-Empoli. Ieri, 3 febbraio, di nuovo in campo per tutta la gara in Coppa Italia contro la Fiorentina. E di nuovo tra i migliori in campo.

Ibarbo non scendeva in campo, causa infortunio, dal 18 dicembre, Cagliari-Juventus 1-3, c’era ancora Zeman. Si è allenato con la Roma una sola volta, appena arrivato, nella rifinitura di lunedì 2 febbraio. Ieri Garcia ha dovuto mandarlo subito nella mischia nella parte finale di gara e quel poco che si è visto non è stato male. 

Ljajic continua a dover giocare nonostante un dolore al piede, Torosidis ha accusato lo scorso 16 gennaio una lesione di primo grado del retto femorale destro e non è potuto essere alternativa a Maicon, Florenzi è servito per necessità ancora in attacco. Pjanic avrebbe bisogno non di qualche iniziale panchina, ma probabilmente di staccare la spina per un po' per poi re-illuminarsi.

Tra le sostituzioni di Garcia, a Palermo e nelle ultime due gare con Empoli e Fiorentina, è entrato l’esterno classe ’96 della Primavera Daniele Verde.

 

Le cessioni di Destro e Borriello, i nuovi guai di De Rossi, Strootman e Iturbe, hanno reso praticamente disperata una situazione che ha visto la Roma perdere, partita dopo partita, sempre di più lucidità ed energie. Dal giorno di Palermo-Roma, 17 gennaio, la Roma ha dovuto affrontare, Coppa Italia e supplementari con l’Empoli compresi, 5 impegni in 18 giorni, culminati dalla pareggite nell’eliminazione ai quarti di finale con la Fiorentina. Per capire quanto incida un doppio impegno basta guardare come la Juve nello scorso week-end sia stata fermata ad Udine dopo la gara di Coppa Italia a Parma, mentre la Lazio addirittura sconfitta a Cesena dopo la gara di Coppa Italia a San Siro contro il Milan. E si sta parlando di squadre che in questo momento non hanno tutti i problemi della Roma. Questa Roma, così come Garcia, non può fare di più di quanto fatto, è al limite, ed è stata ingenerosa, seppur comprensibile, la reazione della Curva Sud ieri sera.

 

Come dichiarava ieri Sabatini, forse ci si è mossi tardi sul mercato, ma solo la sfortuna ha privato i giallorossi di pedine fondamentali come De Rossi, Strootman e Iturbe e c’erano ancora in atto valutazioni su Destro. I nuovi acquisti Ibarbo e Doumbia, il primo infortunato, il secondo in Coppa D’Africa, non potevano dare un contributo anche se acquistati prima. Quindi il ds avrebbe dovuto prendere altri due giocatori che non fossero loro e non sarebbe stato così semplice, oltre che lo stesso.

Ma proprio da Ibarbo (giocatore dal potenziale enorme in grado di fare il salto di qualità in giallorosso), Doumbia (che ci sia augura sia il nuovo bomber) e dal rientrante Gervinho, la Roma ritroverà la propulsione, la spinta, la velocità, la forza che servono per riconquistare la vittoria e mettersi alle spalle questo momento. Attaccanti in grado di dare profondità e imprevedibilità alla manovra e di abbattersi come un potente tornado su qualsiasi difesa. Cosa ben diversa dal ritrovarsi a giocare gli obiettivi stagionali con Ljajic, Totti e Florenzi, che, per dirla tutta, attaccanti non sono e non hanno lo stesso vigore offensivo e la stessa energia degli altri. E Doumbia e Ibarbo sono stati presi proprio per questo: il primo sostituisce numericamente Destro, il secondo Florenzi (aspettando comunque il ritorno di Iturbe) chiamato a dar man forte in altri reparti. Un passo che andava fatto e che finalmente è stato fatto. E ne riguadagnerà solidità anche la difesa, perché la miglior difesa della Roma è l’attacco che adesso non è in grado di portare. Ora non resta che attendere la fine della Coppa D’Africa (finalina il 7 febbraio, finale l’8); per la Roma, oltretutto priva degli squalificati Manolas e Florenzi, si prevedono nuovi problemi a Cagliari. Ma poi i problemi saranno per tutti gli altri.

 

 

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