Avete presente Masterchef? Masterchef è quel programma di cucina dove quattro giudici, quasi tutti rinomati chef stellati, mettono alla prova i concorrenti, persone normalissime con il sogno di diventare cuochi altrettanto importanti. I modi di mettere alla prova sono principalmente due: a volte dando loro succulenti materie prime pregiate e altre testandoli con abbinamenti stravaganti o ingredienti di qualità non eccelsa. Benissimo, nel primo caso tutti i concorrenti, di solito, riescono a preparare delle squisite portate e la differenza tra un concorrente e l'altro è veramente minima, in alcuni casi risulta infatti decisivo il semplice impiattamento. E' infatti nel secondo caso che emergono i veri valori, è con gli ingredienti non da copertina che chi punta alla vittoria finale riesce comunque a ricavarne un ottimo piatto. Gli altri, invece, magari anche ottimi cuochi di casa, incappano in cose difficilmente proponibili ad un pubblico esperto ed esigente.  

Tutto questo metafora, probabilmente anche un po' pretenziosa e al tempo stesso stravagante, per tornare al Verona. La squadra gialloblu è sicuramente paragonabile al secondo caso: non ha il filetto, non ha il pezzo pregiato nel proprio organico ma solo qualche buon ingrediente (Cerci, Pazzini e Romulo) in mezzo ad altri elementi. In una situazione dove il vero chef dovrebbe saper dimostrare conoscenza della materia e degli ingredienti, esperienza e soprattutto idee chiare. 

Il problema del Verona è (anche) questo: Pecchia non è ancora un grande chef.

"il mio errore? Ho aspettato troppo a mandar via Mandorlini" (Maurizio Setti, pres. del Verona dopo l'esonero del tecnico che raccolse 6 punti in 14 partite)

Ora, dispiace fare questo discorso, che segue lo striscione esposto sabato dalla curva con un eloquente "Pecchia vattene", dopo le migliori tre gare stagionali dell'Hellas, ma è pur vero che in queste gare sono arrivati zero punti. Con mille attenuanti: con il Chievo un'ora in dieci, con l'Atalanta sbagliando gol apparentemente facili nel primo tempo dominato e contro l'Inter in casa pur sempre contro una grande. Tanti se, tanti ma, tanti però e un solo verdetto: 0 punti. E il totale fa 6 punti in 11 gare, tre in meno di quelle che vennero concesse, a parità di punti, a Mandorlini prima dell'esonero. Un esonero, come abbiamo potuto leggere, tardivo secondo il Presidente. 

Eppure Mandorlini aveva un credito incredibile con società e tifoseria, promozione da subentrato (la squadra era in zona playout) dall'inferno della Lega Pro, Play Off e promozione al secondo anno in Serie B, Europa sfiorata e salvezza tranquillissima in Serie A, eppure 14 partite furono "troppe". Perché per Pecchia 11 sono poche? Per una promozione da stra-favorito raggiunta con le unghie e con la fortuna?

Resta inteso, il buon Fabio ha sicuramente ottime idee e buonissime capacità, nei primi tre mesi della scorsa stagione si è giocato a calcio come mai prima d'ora ma allora come oggi alle prime difficoltà emersero i problemi dettati da poca esperienza, poco carattere e poca convinzione nelle proprie (buone) idee. Allora si abbandonava il centrocampo tutta fantasia per coprirsi di più oggi invece si passa da un modulo all'altro continuando a spostare gli stessi interpreti in ruoli diversi. Due esempi su tutti: Fares da inizio stagione ha giocato come terzino sinistro, esterno di centrocampo nel 4-4-2, esterno d'attacco nel 4-3-3 e punta centrale nello stesso schieramento, Romulo invece è sceso in campo come terzino sinistro, terzino destro, mezzala e esterno d'attacco. Possono essere interpretati, leggitimamente, come segnali di confusione?

Ultimo ma non ultimo il caso Pazzini, probabilmente l'unico filetto presente nella rosa del Verona insieme a Romulo. Il Pazzo, capitano, trascinatore, uomo più esperto e carismatico della rosa è partito in panchina in ben 6 occasioni da inizio della stagione e nell'ordine gli sono stati preferiti nel ruolo di attaccante centrale Bessa schierato come falso nueve (oltre 120 partite da professionista, zero da punta), il laterale Fares e il giovanissimo Kean. Perché rinunciare a Pazzini? Appurato che non sei un grandissimo chef, perché per preparare il tuo piatto fatto da ingredienti mediocri rinunci a quello migliore?

Per chiudere, domenica l'Hellas andrà a Cagliari in quello che sarà un vero e proprio scontro salvezza. Pecchia sarà al suo posto in panchina e Pazzini, a sua volta al suo posto, in campo. Forza Verona quindi, forza Pazzini, forza Fares, forza Romulo e, ovviamente, forza Pecchia. Se saranno 3 punti bene così altrimenti la società dovrà prendersi le sue responsabilità e cambiare tecnico. Prima che sia troppo tardi, per la seconda volta consecutiva.

Pecchia e Pazzini (getty images)

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