Sette partite, ventuno punti. Miglior attacco del campionato, uno dei migliori tridenti in Europa, minor numero di occasioni concesse agli avversari e svariati altri record. Tutti impressionanti i numeri di questo Napoli, che al di là di mere questioni statistiche, è, ad oggi, la squadra più in forma di questo campionato di Serie A. 

Un campionato brutto, con poche, pochissime sorprese e partite sin troppo scontate. Un campionato che relega la maggior parte delle compagini ad un semplice ruolo di comparsa in un film che vedrà protagonisti gli ormai consueti 3-4 attori. Un campionato noioso, per farla breve. Ed è proprio in questa borìa, in questo continuo succedersi di goleade, che si può nascondere uno dei motivi per i quali il super Napoli di Maurizio Sarri potrebbe tranquillamente NON vincere lo scudetto che tanti tifosi sognano da troppo (ma neanche tanto, alla fine, se ci si pensa) tempo. 

Il Napoli ha abituato, nel corso degli anni, a partite eccezionali contro le grandi e clamorose débâcle contro le piccole, una tendenza riconosciuta da molti addetti ai lavori e più volte sottolineata nei salotti televisivi. Agosto e settembre sono filati lisci, in tal senso (anche se la gara di Ferrara contro la SPAL qualche brivido l'ha lasciato), ma, in un campionato in cui le ultime sei della classifica non mettono assieme neanche i 21 punti del Napoli capolista, e ci sono cinque squadre con almeno 15 punti, si capisce perfettamente che anche una sola distrazione contro squadre appartenenti al lato destro della classifica possa essere fatale.

Fare proiezioni è spesso irrealistico e, proprio per questo, espone a clamorosi quanto divertenti sfottò a distanza di mesi. Ma, in tutta tranquillità, chi vi scrive si sente di fissare, visto l'andazzo di queste prime giornate, una quota scudetto intorno ai 95 punti. So che a molti potrebbero sembrare un'enormità, ma il trend sembrava poter essere questo ancor prima che il campionato avesse inizio e questo scorcio di stagione non ha fatto altro che confermarlo. 

Cambiamo quindi la domanda del titolo e piuttosto chiediamoci: Può questo Napoli arrivare a 95 punti? Forse. Ma probabilmente più no che sì. Non esattamente la riposta del secolo, ma al mondo non c'è niente di sicuro ed è meglio non sbilanciarsi troppo. 

Intanto ieri è tornato al gol Hamsik, su un assist non proprio bruttissimo del signore che in foto si getta sulle sue spalle.

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Il Napoli, verosimilmente, prima o poi inciamperà in qualche brutto passo falso. E' fisiologico, e non sarà la fine del mondo. Forse anche più di uno. Il problema è che il maggiore competitor degli azzurri di Sarri è quella Juventus che negli ultimi sei anni ha mostrato, eccezion fatta per il primo successo targato Antonio Conte, in maniera piuttosto chiara come si vince lo scudetto: rullo compressore nelle partite casalinghe (solitamente almeno 17 vittorie), razzia di punti nelle trasferte "facili", qualche pareggio sparso e qualche sconfitta fuori casa contro le altre grandi.

Un ruolino di marcia che, nella propria storia, il Napoli non è mai riuscito a tenere (lo scorso anno gli azzurri furono impressionanti in trasferta, con record annessi, ma topparono più di qualche partita al San Paolo).

Per riportare lo scudetto a Napoli servirà quindi una concomitanza di due fattori: un Napoli che scrive, nuovamente, per il terzo anno di fila, la storia in termini di punti, ed una Juventus che si fa trovare impreparata nella fase clou della stagione. Una combinazione che, considerati anche gli investimenti effettuati sul mercato, comunque non sempre forieri di successi, ed il valore assoluto delle due squadre, appare ad oggi come poco probabile. E questa è la realtà dei fatti: uno scudetto del Napoli avrebbe quasi del miracoloso. E quest'ultimo concetto sta sfuggendo troppo facilmente dalla mente di diversi tifosi ed addetti ai lavori.

Molte delle speranze del Napoli passano dai piedi di Dries Mertens. Il suo adattamento al centro dell'attacco, qualora il Napoli dovesse centrare l'obbiettivo-scudetto, potrebbe diventare oggetto di culto per diversi tifosi ed aspiranti allenatori.

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Sia chiaro, però, prima di concludere, un concetto che si è tenuto volutamente per ultimo: questo Napoli lo scudetto lo meriterebbe eccome. Per il gioco che esprime, per il modo in cui ha allestito l'attuale rosa (la più profonda e futuribile mai vista alle pendici del Vesuvio), per dare un lieto fine alla meravigliosa storia di Maurizio Sarri e per chiudere in maniera trionfale un ciclo che si era aperto poco più di 10 anni fa sui campi polverosi di Gela, Manfredonia e Viterbo. Il Napoli meriterebbe lo scudetto più di qualsiasi altra squadra in serie A.

La vita, però, non sempre dosa giustizia ed ingiustizia in maniera equa, disponendo in maniera un po' troppo bizzarra delle esistenze di gran parte degli uomini e delle donne che popolano questo pianeta. Per vincere uno scudetto bisogna sudare ogni maledetta domenica per battere i propri avversari e sperare, sempre e comunque, in qualche colpo di fortuna (come può essere l'infortunio di mezza Lazio durante una partita, per intendersi). Il Napoli non è il favorito di questo torneo, e molto probabilmente NON vincerà il tricolore, e fra trent'anni si parlerà nostalgicamente di un giocattolo bellissimo, ma perdente. Molto probabilmente andrà così.

Molto meno probabilmente, però...