“Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” O la bianca e la maria, azzardando una coraggiosa (che iddio mi punisca) continuazione della terzina dantesca. Un’accurata selezione di undici calciatori che nel loro passato (nel loro presente chi può dirlo?) hanno entusiasmato le folle per le loro prodezze, dentro ma anche e soprattutto fuori dal campo. Ventidue narici infiammate che hanno stimolato la fantasia di un modesto aspirante giornalista e della sua allegra B.Band, per ipotizzare un’improbabile e stravagante formazione che così recita:
N.1 – ANGELO PAGOTTO: Campione Europeo Under 21 nel 1996, 3 anni dopo si riconfermò ai vertici delle graduatorie mondiali per le sue prestazioni pre Fiorentina-Perugia e nuovamente nel 2007 pre Crotone-Spezia nello sniffamento di coca. Recentemente ha esternato la sua volontà di diventare vigile urbano, e pare che abbia dichiarato: “mi sembra corretto il sistema italiano che non multa chi sosta sulle strisce bianche, voglio esserne parte attiva anch’io”.
Angelo Pagotto con la maglia del Milan (Getty Images)
N.2 – JONATHAN BACHINI: Naso importante e corsa a perdifiato vi sembrano elementi non correlati? No, un naso grosso non ti aiuta a respirare meglio, ma può essere utile per altro. Bachini doveva tenerci molto alla partita contro la Lazio tanto da risultare positivo alla cocaina entrambe le volte dopo una partita contro gli aquilotti. Ha rovinato così la sua carriera/vita. Separatosi dalla moglie e con la dichiarazione dei redditi in picchiata, tanto che dagli 808.284 € dichiarati nel 2004 è passato ai 2.300€ del 2010, ha passato guai giudiziari per non aver pagato gli alimenti ai figli e nel 2011 ha lavorato part-time per poco più di un mese percependo uno stipendio di 285€.
Bachini e il Divin Codino (Getty Images)
N.3 – FABIO MACELLARI: Uno dei tanti illustri sconosciuti terzini sinistri che l’Inter aveva ingaggiato per non far rimpiangere ei fu Roberto Carlos, godeva di più credibilità nei locali milanesi che sugli spalti di San Siro. Guascone solo di fatto, pare che abbia messo la testa a posto. Smessi i panni del calciatore, ha cominciato a spaccare legna e a suonare la chitarra in una rock band. Smoke on the Water il suo cavallo di battaglia!
Fabio Steve Morse Macellari (Getty Images)
N.4 – MARK IULIANO: Tra tutti, il più insospettabile. Se non fosse stato tirato in ballo dal padre Alfredo in una filippica contro Michele Padovano, staremmo ancora a ricordarlo solo ed esclusivamente per quel fallo, il fallo, quello su Ronaldo. Iuliano senior sostenne che il figlio fosse stato vittima di un giro di cocaina orchestrato da Padovano (“un cancro da estipare”) e che coinvolgeva anche Vialli e Bachini. Il buon Mark si è prontamente difeso dichiarando di non aver mai comprato droga da Padovano. Io ci credo. Anche se comunque è arrivata puntuale la condanna da parte della Corte di giustizia federale della FIGC.
La disperazione (Getty Images)
N.5 – MORIS CARROZZIERI: A completare un blocco difensivo interamente di matrice italiota, non poteva mancare Moris il “Carro”. Trovato positivo alla cocaina dopo un controllo mirato al termine di Palermo-Torino del 2009, fu costretto a stare lontano dai campi di gioco per due anni. Adesso, in cerca di redenzione in quel di Giulianova, pare abbia deciso di sfogare i suoi istinti sui malcapitati avversari. Chiedere allo sterno di Riccardi, attaccante che milita nell'Isernia, Lega Pro.
L'innocenza (Getty Images)
N.6 – VAMPETA: Baffetto da Zorro e sguardo da narcos, arrivò in Italia come il “brasiliano più europeo” grazie ad una soffiata di Ronaldo. L'esperienza talmente infausta in maglia nerazzurra gli garantisce vitanaturaldurante un posto nell'olimpo dei bidoni della storia della Serie A. Rimase celebre una sua dichiarazione, subito dopo aver salutato Moratti: ”la mia seconda patria è l’Olanda, un Paese libero: donne, droga, birra. La gente fuma, beve e si fa gli affari propri”. Amen
"In Brasile sono un idolo e perciò mi chiedo: possibile che i brasiliani siano degli stupidi e che in Italia abbiano tutti ragione?" (Getty Images)
N. 7 – CLAUDIO CANIGGIA: amico fraterno di Maradona (i due giocarono insieme sia nel Boca che in nazionale) ha un passato extracalcistico di tutto rispetto. Nel 1992 quando vestiva la maglia della Roma fu squalificato per 13 mesi. L'accusa recitava uso e possesso di cocaina. Sposò una donna (Marianna Nannis) solita fare il bagno al cane solo con acqua minerale che ebbe modo di dichiarare: “ Io compro Versace, Dior, Chanel. Io non indosso roba di Zara. Amo il lusso”. La loro figlia Charlotte, vent'anni, 12 operazioni di chirurgia plastica. Quando la stravaganza è di famiglia.
Kisses (Getty Images)
N.8 – PAUL GASCOIGNE: Ken Loach, il regista inglese noto per ambientare i suoi film nell'ambiente del proletariato britannico, non avrebbe potuto fare di meglio: Gazza è brutto, sporco e cattivo. Nella sua famiglia, l'alcol è una tara ereditaria (suo padre si dilettava del vecchio sport albionico "drink band punch": bevi birra e indurisci le nocche sulla faccia di tua moglie); non ci è dato sapere se anche il talento calcistico è connaturato al DNA della famiglia Gascoigne. Gazza era tanto dedito allo sballo quanto capace di commuovere i tifosi delle squadre in cui ha militato: ogni pinta di birra, ogni striscia di coca, ogni decalitro di redbull consumati nell'arco della sua vita, hanno avuto un corrispettivo calcistico di una cifra tecnica strepitosa. Lavatrici scagliate in porta da km, doppi pallonetti seguiti da tiri al volo, serpentine irrisorie... roba che solo un pazzo furioso, quale Gascoigne è (e la sua abitudine di defecare negli scarpini dei compagni lo dimostra), può pensare di fare. E che solo un campione può mettere in pratica. Dio ha inventato l'ornitorinco. Eupalla, la breriana dea del calcio, ha ideato, bislaccamente assemblato e, infine, dotato di talento, Paul Gascoigne.
God bless you, Gazza. (Getty Images)
N.9 – ROBBIE FOWLER: Lo chiamavano “God” i tifosi del Liverpool che assistettero ad una delle esultanze più folli e stravaganti che il calcio ricordi. La foto è eloquente e non ha bisogno di spiegazioni. Ai tempi Fowler, il quarto marcatore di sempre in Premier League, giustificò la goliardata (che gli costò 4 turni di squalifica) per rispondere alle accuse dei tifosi dell'Everton che sostenevano fosse un consumatore affezionato della bianca. A guardarlo bene, sembra tutt'altro che un fruitore occasionale!
Liverpool-Everton 1999 - bordo campo (Getty Images)
N.10 – DIEGO ARMANDO MARADONA: nessuno è perfetto, neanche il più grande di tutti i tempi. “Io sono el Diego” è la sua biografia, dove el Pibe de oro affronta con consapevolezza di chi ha sbagliato ma con quel pizzico di astio nei confronti del calcio malato, il tema della droga: “ Ora però basta: smettiamola con questa storia di Maradona che ha portato la droga nel calcio argentino: mi hanno invischiato con la cocaina e questo non è un vantaggio, è uno svantaggio! Ma se nel calcio argentino è stata usata la droga, è stata per correre! Per stare all'altezza dei tedeschi, per vincere la Coppa Intercontinentale, per vincere la Coppa Libertadores che io non sono mai riuscito a giocare”.
Usa 1994 - the last dance (Getty Images)
N.11 – FRANCESCO FLACHI: nel ruolo di esterno sinistro, classico numero 11, troviamo Francesco Flachi. Fiorentino di nascita, trova nella Genova sponda doriana la consacrazione e allo stesso tempo il fallimento. Nel momento migliore della sua carriera, ad un passo dalla nazionale, venne trovato positivo alla cocaina. Galeotta fu una sigaretta intinta nella polvere bianca e offerta da amici sconosciuti nel giorno in nacque il figlio Tommaso. Scontati i due anni, si fece ribeccare. Questa volta la punizione fu molto più esemplare. 12 anni e fine dei giochi.
Ultime esultanze (Getty Images)
LA FORMAZIONE
Footballuser.com
Questo l'undici titolare della CD Los Millionarios de Bogotà (non ce ne vogliano gli amici colombiani, ma calzava proprio a pennello). In panchina: Higuita, Stuart, Bowyer, Padovano, Ismailov, Mutu, Edmundo.
Giovanni Migliore