Cesare Prandelli, il Savonarola in veste di censore del calcio italiano, dichiara che Balotelli ha pagato, e non è giusto che paghi ancora. La bolla ha decretato e il “codice etico” sbandierato come il libretto rosso dei radical chic ha subito il suo nuovo aggiornamento. Una glossa ad hoc, una postilla, una riserva, per pochi, per gli eletti. Quindi, se la prossima volta un giocatore non prende una squalifica, ma ha comunque commesso una grave infrazione, ci pensa Prandelli detto “corte d’appello” per punirlo.

 

È sempre più discrezionale questo codice etico. Cambia di volta in volta. Converrebbe abbonarsi alla Gazzetta ufficiale per essere sempre aggiornati. Ditelo soprattutto ai calciatori in odore di nazionale, di seguire un corso di diritto Prandelli, per capire meglio quali siano le modalità per risultargli più simpatico, e per non incorrere nelle sue correzioni al codice, nel bene e nel male. Pare vendano pure dispense, a colori, in edizioni FIGC.

 

E a Criscito? A Osvaldo? Chi glielo dice a quelli finiti dietro la lavagna che esistono due pesi e due misure? Facciamo tre, facciamo quattro, facciamo come vi pare. Ma in mezzo a tanti slogan di solidarietà e comprensione, a tanti spot del vogliamoci bene, per cosa non l’abbiamo capito, ma nessuno suggerisce al Prandelli censore che il suo fiero pupillo ha frequenti comportamenti maleducati in campo, che non perde occasione per fare il provocatore delle tifoserie e l’incredibile Hulk contro gli arbitri?

 

Perché Cassano è diventato improvvisamente antipatico e indifferente dopo aver lasciato il Milan? Perché, si nota spesso, alcuni calciatori perdono la bolla papale quando cambiano casacca? Quando Balotelli militava nell’Inter si ricordano trattamenti diversi, pure dei media, come diversi sono i metri di valutazione di tante altre cose, in questa nazionale puritana, alla quale manca soltanto un’aureola e un premio nobel. Sempre seduta composta, ad aspettare che qualche buon padrone dia indicazioni per segnalazioni e raccomandazioni. Alla voce selezionatore io aggiungerei staff di procuratori e dirigenti di alcune società, per una nazionale che più "costituzionale" non si può.

 

Francamente, in tutta onestà, può fare quello che vuole, ma non venga a parlare di codice etico. Parole grosse in bocca a faccende piccole.

 

 

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka