E' finito domenica il 97° Giro d'Italia, un'edizione che sarà stata anche povera dei big ma che ha visto mettersi in luce numerosissimi giovani che potranno dire la loro già dal futuro più prossimo, dagli italianissimi Aru e Ulissi fino ai colombiani Uran e Quintana, il vincitore.

 

Ora, così come abbiamo fatto per le prime undici tappe, sempre con il prezioso aiuto di Vincenzo Crisante, esperto di ciclismo, proveremo a replicare: ecco quindi le pagelle finali della "Corsa in rosa".
Quanti avranno migliorato il proprio voto? E quanti altri l'avranno peggiorato?
Scopriamolo:



ARU: voto 10.
A luglio compirà 24 anni ma ha già dimostrato lampi del (futuro) campione, un talento incredibile che in questa corsa “Rosa” ha messo all’angolo fior di corridori. Un 3° posto che sa ampiamente di vittoria virtuale con annesse le 2 ciliegine, quella di Montecampione (un successo degno del miglior Pirata) e la strepitosa cronoscalata di Cima Grappa dove è stato battuto solo dal cannibale colombiano. Il ciclismo italiano, grazie a lui, è pronto per essere competitivo nei grandi Giri dei prossimi anni. La nostra speranza è che con la sua umiltà tenga i piedi per terra e riesca a domare le pressioni che da ora lo travolgeranno a mo’ di tzunami. Chapeau Fabio.

 

BARDIANI CSF INOX: voto 9 e ½.
Capolavoro assoluto di questa squadra diretta divinamente dal Gen. Manager, Roberto Reverberi. Invitata al Giro attraverso una Wild Card non facendo parte del circuito Pro-Tour (una sorta di serie A del ciclismo), sono riusciti nell’incredibile impresa di portar a casa tre tappe, con Canola, Battaglin e Pirazzi, più tanti altri piazzamenti e diverse tappe all’attacco (ultimo Bongiorno allo Zoncolan “fermato” solo da un tifoso che evitiamo di etichettare). Hanno dimostrato di essere, senza ombra di dubbio, la squadra rivelazione della corsa Rosa. Complimenti eccelsi.

 

QUINTANA: voto 9.
Era il grande favorito alla vigila e ha rispettato il pronostico, ma è stato più difficile di quanto si potesse immaginare. Il suo momento peggiore è stato dopo la Crono di Barolo, alla 13esima tappa, quando si è ritrovato a 3 minuti e mezzo da Uran e con le sue quotazioni in netto ribasso. Proprio in quel momento alcuni, compreso il sottoscritto, avevano ben intuito che non era finita, che lui potesse solo crescere (causa problemi di allergia e respiratori che aveva in quel periodo ma che avrebbe smaltito nel breve) e gli altri scendere o restare stabili ed infatti tappa dopo tappa ha iniziato a rosicchiare qualcosa al connazionale, 25" ad Oropa, 20" a Montecampione fino ad arrivare al capolavoro nel tappone di Val Martello dove ha approfittato, in modo lecito, delle ingenuità delle altre squadre che lo hanno lasciato andare nella discesa dello Stelvio convinti nella neutralizzazione dei tempi (termine mai pronunciato dalla giuria) in perfetto stile safety-car in Formula 1. E' li che ha piazzato la mazzata definitiva ad Uran rifilandogli più di 4 minuti. L’orgoglio del cannibale (ci perdoni Merckx), causa polemiche nei giorni successivi, lo ha portato ad ubriacare i rivali anche nella cronoscalata di Cima Grappa. Abbiamo scoperto che il colombiano non ama tanto i vini (crono Barbaresco-Barolo) ma va pazzo della… Grappa. Immenso Nairo.



ULISSI: voto 8 e ½.
Grandissimo Giro per lui. Un'eccellente prima porte con due tappe portate a casa in maniera divina ed una seconda che nonostante i problemi fisici non ha scalfito di una virgola quanto fatto vedere in precedenza. Con Aru sarà il nostro futuro, lui forse più per le classiche anche se ha dimostrato di saper reggere alcune grandi montagne, l’importante che abbia le idee chiare e non come qualche suo compagno di squadra di cui parleremo successivamente. Straordinario Diego.

 

BOUHANNI: voto 8.
Il francese probabilmente è stata la grande rivelazione, insieme ad Aru, di questo Giro. Tre tappe vinte e grande dimostrazione di forza nelle volate. Al momento quasi certamente non è ancora al livello dei grandi velocisti, come i vari Kittel, Cavendish e Greipel, ma la strada sembrerebbe quella, sta a lui percorrerla con convinzione. Il talento è cristallino ma solo confrontandosi con i big capiremo davvero quanto vale. Bravissimo Nacer.

 

URAN: voto 7 e ½.
Grande Giro anche per lui. Dopo la crono di Barolo era diventato il grande favorito, ma la pressione non è una dolce onda che ti avvolge ma bensì uno tzunami che ti travolge e credo l’abbia pagata non poco. In fin dei conti era la prima volta che si ritrovava i gradi di capitano unico e non si può non dirgli bravo. Provaci ancora Rigoberto.

 

KITTEL: voto 7.
Era il grandissimo favorito delle volate vista anche l'assenza dei grandi rivali Cavendish e Greipel ed ha rispettato i pronostici. Due vittorie incredibili, soprattutto quella di Dublino dove ai 200 mt dal traguardo era praticamente spacciato ed ai 50 mt ne aveva ancora 3/4 davanti. Peccato abbia abbandonato subito e non sia tornato in Italia, ufficialmente per febbre. Marcel, comunque, c’è.

 

EVANS: voto 6 e ½.
Grande prima parte di Giro con diversi giorni in Rosa. Soffre poi nella seconda dove ha incontrato un nemico atroce ma prevedibile: la sua carta d’identità. Troppe primavere sulle le spalle, puoi domare le salite, le crono e le discese, ma non puoi fermare il tempo che avanza inesorabilmente. Bravo lo stesso Cadel.

 

VIVIANI: voto 4.
Era molto atteso sia per la mancanza dei grandi velocisti in questo Giro che per l'ottimo Giro di Turchia disputato in preparazione dove andò a battere 2 volte sua maestà Cavendish. Invece ha raccolto molto poco dimostrando anche qualche lacuna tattica andando a sprecare energie preziose praticamente in tutte le tappe a lui adatte (disputando i traguardi volanti intermedi), che poi sono venute meno nel finale quando c'era da puntare al bersaglio grosso. Delusione Elia.

 

ORGANIZZATORI (per il tappone Gavia-Stelvio-Val Martello): voto 3 e ½.
Lo diciamo subito a scanso di equivoci, la responsabilità massima è delle squadre che hanno interpretato il comunicato di radio-corsa a loro piacimento credendo che la discesa fosse neutralizzata (mentre Quintana quatto quattro fuggiva via insieme ad altre 3 squadre). Non è possibile però che sia stato diffuso un comunicato in cui di chiaro c’era ben poco e che non ha fatto altro che alimentare la confusione, seppur dalla loro parte il fatto che il termine “neutralizzato” non fosse mai stato pronunciato. Urgono regole chiare in merito, una soluzione potrebbero essere delle bande di diverso colore, come nei motori, ad indicare le decisioni ufficiali prese. Si è rischiato davvero il patatrac, gli organizzatori ringrazino Quintana che poi ha dimostrato ampiamente di meritare la vittoria, ma se tutto fosse finito con un distacco molto più ristretto tra i 2 colombiani si parlerebbe non so fin quando di quanto accaduto in quel tappone.

 

CUNEGO: voto 3.
Molti si chiedono ancora se lui abbia davvero preso parte a questo Giro e il dubbio credo sia lecito. Non si è praticamente mai visto (se non in qualche fughetta anonima). Nonostante avesse dichiarato di tenere alla classifica ha chiuso a 50 minuti dal vincitore. Da uno del suo palmares (Giro 2004 compreso) ci si aspettava molto di più, non solo in questa stagione, ma in tutte le precedenti. Invece passano gli anni ma su di lui restano gli stessi dubbi: farà classifica o proverà a vincere una tappa? Credo che, sdrammatizzando un pò, tra 20/30 anni staremmo qui ancora a chiederci più o meno la stessa cosa: andrà a passeggiare al parco o starà a casa a vedersi un bel film? Ci perdoni Damiano per tale ironia, ma la colpa non è nostra se le domande che ci facciamo, noi ma credo anche i suoi dirigenti, siano sempre le stesse.

 


E Voi? Siete d'accordo con Vincenzo?

 

 

Fabio Groberio

con la partecipazione straordinaria di Vincenzo Crisante