di Ezio Azzollini

 

Sette acquisti: è così che anche nell'edizione 2015, il Milan fa, al quadrato (e purtroppo non al Cuadrado, quello ormai è un tipo mercato che fanno altri) quello che fa da diversi anni. Ossia, fare il vero calciomercato (quello degli innesti funzionali, quello che cambia la natura e l'ossatura di una squadra) con i guanti e le scarpe da neve, anzichè in canottiera, in inverno, quano la stagione è compromessa, anzichè in estate. Ossia, quando tutto può esser fatto senza handicap, e quando le squadre vanno effettivamente costruite.

 

Il Milan forza sette di questo mercato invernale amplifica un trend in voga da anni: non un mercato di riparazione, ma un mercato di costruzione, perchè la costruzione non era mai stata ultimata. Non solo l'eclatante Balotelli e il mai arrivato ma compratissimo Tevez, ai bei tempi, ma finanche Cassano, nell'anno dello scudetto: il Milan che non può imporsi in estate, aspetta la risacca delle corrente, in inverno: come Tom Hanks in Cast Away, il mare qualcosa porterà: non solo relitti, o derelitti (Essien è in buona compagnia) ma anche l'occasione buona.

 

Ecco i sette acquisti. In un Milan che non fa numeri da Milan, che viaggia malinconicamente a metà classifica ormai da tre anni a questo punto della stagione, si tenta almeno di fare numero: su sette, vuoi che non ce ne sia almeno uno buono?

 

Canale Milan si è interrogato sull'effettiva utilità di Destro, con una redazione spaccata a metà. Resta il punto fondamentale: essere ormai naufraghi con la barba lunga, aspettando qualcosa portato dal mare. O, se si vuole, viandanti nostalgici, sotto il citofono di turno: qualcuno prima o poi aprirà.