Alla campagna acquisti del Napoli targato 2018\2019 non avevano creduto in molti. Su Milik avevano storto il naso in tanti, invece, quando Ancelotti lo aveva indicato come il punto di riferimento del reparto offensivo, mentre un coro di voci scontente aveva chiesto gradi nomi e calciatori di caratura per un Napoli sulle tracce di una nuova identità. Eppure, l’allenatore che, al momento, sta registrando il miglior risultato del primo anno di tutti gli allenatori approdati all’ombra del Vesuvio, aveva dettato il manifesto di un Napoli crisalide, dapprima stretto ai concetti assimilato con Sarri e, poco a poco, mutato in una fisionomia con lo sguardo rivolto a un futuro che, e nemmeno a questo quasi nessuna aveva creduto, non vuole smarrire il ruolo di antagonista alla dittatura juventina.

“Allan E Koulibaly rimarranno con noi, o mi troverete incatenato a Castel Volturno”

Eppure, il Napoli mai aveva potuto contare su un reparto portieri così affidabile e consistente. E mai aveva potuto fare affidamento a tre fluidificanti destri, grazie alla conferma di Hysaj, all’inserimento di Malcuit, altro elemento a sorpresa arrivato in silenzio e tra non poche perplessità, e all’invenzione di Ancelotti di utilizzare il ritrovato Maksimovic anche sulla corsia di destra, trasformandolo in terzino nelle gare di altissimo profilo, oltre che restituendolo a nuovi entusiasmi e a ottime prestazioni come alternativa ai due centrali Albiol e Koulibaly. L’infortunio di Chiriches e quello di Albiol avrebbero causato non pochi problemi all’undici partenopeo se Ancelotti non avesse lavorato sul serbo, di fatto da salutare come nuovo acquisto con la venuta dell’allenatore emiliano. Ed è stato proprio Ancelotti che in qualche occasione ha voluto puntare su Luperto sia come centrale che come terzino sinistro, dovendo fronteggiare il recupero di Ghoulam, che poco a poco sta recuperando da un doppio infortunio che lo ha tenuto fermo per un anno, e l’impiego più intenso e obbligato di Mario Rui.

Mentre Fabian Ruiz, che ormai adesso non ha bisogno di presentazioni, ha aggiunto notevole qualità al centrocampo del Napoli, il calciatore che è sembrato rinato dalla trasferta di Roma è Simone Verdi. L’ex Bologna è stato criticato per il suo rendimento altalenante e, soprattutto, per la sua mancanza di identità tattica. Entrambe le situazioni, però, trovano un’ipotetica risposta nel fatto che l’attaccante del Napoli ha dovuto affrontare troppi infortuni e, al tempo stesso, si sta sottoponendo a un lavoro di formazione tattica che gli chiede comportamenti nuovi rispetto alle sue esperienze passate. Un altro calciatore che sembra stia entrando al meglio nel meccanismo di gioco è Younes, che nelle ultime due presenze (una volta da titolare e per pochi minuti a Roma) ha messo a segno due reti mostrando brillantezza e personalità.

Ecco che, probabilmente, tanto gli investimenti compiuti in estate dalla società, tanto il lavoro dell’allenatore, hanno composto un organico che, al momento, soffre di assenze causate da troppi infortuni, ma che pare rigenerarsi in una campagna acquisti che per tutto l’anno relaziona i suoi calciatori allo sviluppo tattico e tecnico.

“A giugno nessun rimandato, solo promossi o bocciati per il nuovo Napoli”

Eppure, il Napoli sembra soffrire poco la mancanza di Albiol e di Insigne, oltre che della condizione poco brillante di Ghoulam, al momento anch’egli indisponibile, dell’impossibilità di contare su Chiriches e dell’infortunio di Diawara. A conti fatti, la campagna acquisti di quest’anno rievoca la virata compiuta nel primo anno di Benitez, in cui la cessione di Cavani consentì di investire su un rinnovamenti dell’organico con nomi di qualità e di caratura. Per una seconda esperienza, stavolta più chiara nelle intenzioni e più lucida in una gestione tecnica che conta su un organico di gran lunga superiore, il Napoli, se le catene di Ancelotti terranno bene, è prossimo a un completamento a cui fino a questo momento la rosa azzurra ha sempre teso senza ancora compierlo.