Bene, sappiatelo. Anzi, #sapevatelo.

C'era un tempo in cui né i cellulari (né fantagazzetta) esistevano, e per questo si telefonava a casa degli amici per consegnare la propria fantasquadra. E spesso la si consegnava non all'altra fanta-Presidente, ma piuttosto a sua madre, alla quale si rendeva necessario fare lo spelling dettagliato di Karagounis e Salihamidzic

C'era un tempo in cui gli scambi tra i calciatori delle proprie fantasquadre venivano proposti durante l'ora di latino, al Liceo, tra una dedica della morosa ed uno sgorbio che rappresentava, a nostro vedere, quella sottospecie d'essere umano che era la prof di biologia. E non tramite SMS o WhatsApp, ma scritto a biro tra le pagine del diario - 'Caro Diario' -.

C'era un tempo in cui il modificatore della difesa neanche esisteva, ed all'intero reparto difensori e portieri - soprattutto questi ultimi - veniva relegato un tempo (ed un budget) pari a quello del sesto attaccante.

Era quello, anche, un tempo felice per noi giovini fantallenatori. Un tempo in cui non era necessario scervellarsi, per capire se il secondo di Peruzzi fosse o meno Ferron, e se il terzo fosse o non fosse quella sagoma di Frezzolini, no. Era un tempo in cui era facile scegliere i portieri. Anche al fantacalcio.

 

Non c'era un mister che facesse partire i suoi tre - se non addirittura quattro - estremi difensori alla pari, per poi decidere di mese in mese, se non addirittura di settimana in settimana, chi schierare. 

C'era l'1, il titolare; il 12, il panchinaro; il 22, quello che andava in tribuna. Stop. In Serie A c'erano 18 (e non 20) portieri, ed ogni fantasquadra se ne accaparrava uno, al massimo due. Consapevole di non correre rischi. Ecco, appunto. C'era un tempo in cui, con i portieri, al fantacalcio, non si correvano rischi.

Appunto. C'era.

Questa è invece l'epoca della democrazia totalitaria. Compri il titolare? Si, ma solo alle figurine. Perché tanto poi alla fine giocherà quel ragazzino imberbe e imbelle di 13 anni. Oppure quello sconosciuto e schivo svincolato sbarcato in Italia solo ed esclusivamente per farti giocare in 10 per un paio di settimane. Giusto il tempo di farti perdere una decina di punti in classifica, e poi tornarsene nelle lande desolate da cui proveniva. Lande lontane: ma non abbastanza da non fargli percepire precisamente i poco edulcorati improperi che rivolgi a lui ed alla sua stirpe tutta. Vi ci riconoscete?

Ovvio. Parlo di Scuffet ed Adan.

"Ho deciso d'istinto, basandomi sul gran momento di forma in cui si trova il nostro giovane portiere", ha detto  Guidolin, ieri. Senza rispetto alcuno, peraltro, per le centinaia di migliaia di poveri fantallenatori, alle prese con le crisi epilettiche. Come se già ne avessero dovuto sentire poche. Che male ha fatto, quest'anno, quella vecchia garanzia di ottima fantamedia e basso costo di nome Zeljko Brkic? Non ha fatto male alcuno, ma pouttosto ne ha fatto, a sé stessi, parecchi. Prima l'operazione alla spalla, poi la cervicale. Ieri, ultima, nel prepartita, la lombalgia. Insomma: una discarica umana dal nome impronunciabile, alla cui autostima il colpo di grazia è stato dato dalle fanciullesche urla dei bimbi dello Juventus Stadium.

 

 

Al Cagliari non si vivono giorni migliori, tra i pali. Agazzi, alla pari del serbo, è storicamente un altro 'uno' dall'equo rapporto costo/rendimento, e proprio per questo è tra i più scelti dai fantallenatori. Quelli sfigati, ovviamente. Che credono d'aver fatto un affare, e poi si vedono titolare prima Avramov, poi Adan - che oggi per inciso penso faccia la maschera presso il cinema Alkestis di Cagliari - e infine Peppa Pig.

Agazzi? No, mai. Lui, piuttosto, dopo aver baruffato con quell'anima pia di Cellino se ne va a Verona a rovinare le - poche - certezze sia di chi aveva lo stesso Agazzi sia di chi aveva Puggioni. A rovinare, come se ce ne fosse bisogno, anche una delle ultime alcove di relativa tranquillità a basso costo di questo reparto.

A proposito di Cagliari: attenzione, adesso, a Silvestri. Non ha neanche una pagina wikipedia in italiano: per cui è a maggior ragione uno dei più papabili candidati alla porta dei sardi. Pay attention. 

 

Ed arriviamo al Milan. Anche qui, quest'anno, l'unica certezza è che non ci sono certezze. Il papà di Robinho può fare il titolare al posto del giovine Abbiati e del deciso Amelia in tutti i modi, tutti i laghi, tutti i luoghi e, soprattutto, tutti gli stadi. Morale della favola: prendete Coppola. Anche perché Gabriel è andato in prestito alla Reggina. Anzi, no. Perché il regolamento della Serie B lo ha vietato. E non è stato creato ad hoc per Gabriel. Almeno così mi piace credere.

A Catania c'era ancora chi credeva in Andujar. Anche Frison. Ora in lui crede solo Bigon, che l'ha tesserato per il Napoli e l'ha mandato in prestito. Al Catania.

Non è uno scioglilingua, quanto piuttosto un nuovo tipo di funghetto allucinogeno creato ad hoc per i fantallenatori allo sbando. A Bergamo il secondo di Consigli, un tempo, era quella sagoma - sempre in senso goliardico - di Frezzolini. Un tempo. Oggi è Sportiello. E sa come chiudere la porta. Vi risparmio la freddura da 'La sai l'ultima'.

Così come a Bologna una volta se la giocavano Curci ed Agliardi, ed oggi ques'ultimo ha ben pensato di levare le tende e lasciare i fantallenatori nella mani di Stojanovic.

La Fiorentina ha cercato per circa 3 mesi, quelli estivi, di calciomercato, di prendere un portiere, e poi ha lasciato tutto nelle mani - è proprio il caso di dirlo - di Neto. Ora il suo secondo, almeno dicono, è Rosati.

Si, proprio lui: quello che si giocava il posto con Pomini - bravi, proprio quello dei 'Pomini a raffica' - in attesa di Pegolo.

E ch'accade alla Lazio? Reja continua ad addure motivazioni più o meno plausiibli al reiterato impiego di tal Berisha al posto di Marchetti, seminando il terrore tra i fantallenatori. Alcuni di questi hanno pensato bene, nel dubbio, di prendere Strakosha. Non si sa mai.

Stesso discorso alle pendici del Vesuvio, dove Reina e Rafael si sono praticamente divisi la pagnotta delle presenze: un po' a causa dei malanni dello scarsicrinito ex Liverpool, ed un po' perché a fine stagione il Vin Diesel partenopeo andrà via. 

 

reina

A sinistra, uno schietto Pepe Reina indica il numero di rigori che vuole parare a Balotelli.

Alla destra, l'attore newyorkese calza i guanti prima di partire a razzo a bordo d'una Mustang 29 cilindri nel 14° episodio di Fast & Furious (getty images) 


Debbo proseguire? Certo, giusto per qualche altra notazione di colore. Questione Roma.

Molti di voi non lo sanno, ma in quella ridente cittadina poroghese di nome Fatima, da qualche mese a questa parte, sono stati messi da parte i celebri 'segreti' per far posto al vero e proprio mistero: chi è il secondo di De Sanctis, tra l'attempato Lobont e l'impronunciabile Skorupski? 

E perché a inizio stagione c'era chi sosteneva che il titolare, a Verona, fosse Mihaylov e non Rafael? E perché quest'ultimo gioca contemporaneamente per Benitez e per Mandorlini?

E, soprattutto, fin quando è squalificato quel maledetto Alfonso De Lucia, che alcuni dicono essere il secondo di Bardi a Livorno?

Tutte domande alle quali la risposta può essere una, ed una soltanto. 

C'era una volta un tempo in cui scegliere i portieri, al fantalcio, era facile. Appunto. C'era una volta. 

 

Alfredo De Vuono 

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