Siamo alle solite: quando il campo regala poco materiale utile per le polemiche, quando un arbitro si comporta in maniera tale da non poter essere processato e condannato dal giudizio popolare istigato da questo o quell'altro sentenziatore mediatico che non aspetta altro, qualcosa per fomentare quel clima di terrorismo psicologico va trovato urgentemente, e non è un caso che a partorire certe idee siano sempre gli stessi: niente nomi, niente cognomi, le battaglie social si stanno combattendo in tal senso, al buon intenditore è inutile riempire la testa con tante parole.

E' certo che se io modificassi un virgolettato da "Volevamo essere competitivi" a "Ho scelto di non essere competitivo", verrei messo GIUSTAMENTE subito alla porta ovunque mi proponessi anche per scrivere comunicati stampa da copia & incolla. C'è qualcuno che, invece, ha la sfacciataggine di parlare di "mancato rispetto del regolamento" commentando il turn-over attuato da un allenatore di Serie A, quel qualcuno che reputa "vergognoso tenere 4 titolari fuori (per la cronaca, fra infrasettimanale e turno successivo sono 9 le squadre che hanno fatto almeno 4 modifiche di formazione, Samp esclusa, e fra queste c'è la Juventus stessa oltre a Chievo, Genoa, Milan, Bologna, Sassuolo, Cagliari, Palermo e Torino; n.d.r.) senza che la Figc indaghi come invece fa sul libro di Icardi", sempre la stessa penna che scrive - a fronte di un'unico campionato sentenziato come irregolare, senza entrare nel merito delle vicende - di "truffa durata per anni" relativamente ai fatti legati a Calciopoli: come sopra, se io cercassi di sostenere cose del genere, oggi non potrei più scrivere certe fantasie neanche nella più scandalosa redazione di questo pianeta, non troverei nessun pazzo disposto a darmi spazio, di nuovo GIUSTAMENTE!

C'è invece chi, fra tanti altri, ha licenza di uccidere (l'informazione, of course). Chi mette la propria firma in accompagnamento a certe logiche probabilmente non si rende conto dell'odio e dell'istigazione che trasudano da certi scritti, da certi detti, della pericolosità di certe provocazioni. Il tutto mentre chi di dovere resta a guardare, o meglio, resta girato dall'altro lato fottendosene delle più banali norme che DOVREBBERO regolare determinati contesti. Nessuna meraviglia, solo tanta frustrazione mista rabbia: è questo lo sport che volete? Veramente la vostra passione calcistica vi porta ad accettare tali situazioni? Sono questi i racconti che vi piacciono? Frustrazione e rabbia che, però, ti colpiscono a caldo, a caldissimo, perché poi a freddo giungono altre sensazioni, sono altri i fattori che prendono il sopravvento: rassegnazione, amarezza, ma soprattutto consapevolezza.

Quella consapevolezza che è spiegata dalle uniche parole sensate per commentare in maniera intelligente determinate prese di posizione, parole che hanno un volto tanto noto quanto "rassicurante". Parole e musica di Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, squadra-oggetto dell'odio di cui prima: "Siamo l'alibi di chi non vince mai". Impossibile dargli torto, evidentemente, quando il confronto viene fatto fra chi sostiene le tesi raccontate sopra e chi nella storia del calcio occuperà per lungo tempo il ruolo di miglior portiere di sempre.