Uno scontro in allenamento con Seck e la rottura del crociato. È iniziata nel peggiore dei modi l’avventura alla Roma del nuovo terzino mancino, Mario Rui, arrivato dall’Empoli per sostituire Digne. Continua così a non trovare un padrone la fascia sinistra giallorossa, che sembra essere stata presa di mira da una spietata maledizione. Ceduto al Fulham senza troppo remore dalla nuova proprietà, nell’estate 2011, quello che ne era stato il titolare praticamente inamovibile per tre stagioni, l’ex Liverpool e indimenticato John Arne Riise, sono anni ormai che si susseguono da quel lato calciatori e calciatori senza che nessuno di loro riesca ad affermarsi.

Il primo dei sostituti, per modo di dire, del norvegese fu l’altro indimenticato, ma per opposti motivi, José Ángel Valdés. Arrivato per circa 5 milioni dallo Sporting Gijon da riserva all’Europeo U21 2011 dell’ex Milan Didac Vilà, collezionò con Luis Enrique 27 presenze senza mai convincere. Il tecnico spagnolo che, dall’altra parte non se la passava meglio con Rosi, Cassetti, Cicinho e - perché no - Perrotta, costretto anche a reinventarsi Taddei terzino, prima di metterci pure Marquinho. Il laterale asturiano è passato comunque alla storia: per la strana formula con cui è stato ceduto al Porto due estati fa. Gratis, ma con riconoscimento, in favore dei giallorossi, del 50% del corrispettivo di una futura eventuale vendita da parte del club portoghese. Aspetta e spera. Ora è finito in prestito al Villareal.

Lezione imparata per la Roma: arriva per Zeman, nell’estate 2012, il ricercato Balzaretti, reduce da un ottimo Europeo. 4,5 milioni al Palermo. E per sicurezza pure la scommessa di Sabatini, Dodô, che non scatena altro che le battute sul suo nome. La cosa certa è che da quella fascia non arriva niente di trascendentale.

Niente di trascendentale, sempre meglio di nulla: Balzaretti e Dodô, confermati per il 2013/2014! Il primo ha giusto il tempo di diventare idolo della tifoseria, segnando e piangendo nel derby della rivincita così da essere rimpianto quando da lì a poco non avrebbe più giocato per 19 mesi. Per Garcia iniziano i guai: raffica di presenze di fila per Dodô che però non convince e si fa male. Il tecnico francese adatta a sinistra prima Torosidis, poi Romagnoli, ma anche Bastos, poi di nuovo Dodô. L’anno dei cinque terzini sinistri. Taddei infatti serve a destra.

Stavolta si prova ad andare sul sicuro, addio a Dodô (all’Inter per 9 milioni, almeno bel colpo economico) e l’arrivo di uno che ha vinto tutto: Ashley Cole. Per non farsi mancare neanche lo scalda-panchine, con Emanuelson arriva Holebas. Prime 11 presenze in campionato, tutte vittorie con l’inglese in campo. Neanche la cabala però può salvargli il posto quando si fa umiliare da Raimondi. Tocca definitivamente al greco che regala contro l’Inter almeno qualcosa che non si vedeva dai tempi di Thunderbolt. Torosidis naturalmente non può non collezionare qualche altra presenza a sinistra.

Cambia ancora tutto: Emanuelson già ceduto a gennaio 2015, Balzaretti, a fine contratto, appende le scarpette al chiodo nell’estate 2015 con Holebas che va al Watford. Cole, separato in casa, si svincola a gennaio 2016. Arriva in prestito dal PSG il pupillo di Garcia, Lucas Digne, che riesce a ben figurare collezionando 42 presenze tra campionato (segnando anche 3 gol) e coppe nell’ultima stagione caratterizzata anche dal cambio di allenatore. Ma i giallorossi non hanno la forza economica per riscattare il giocatore, passato, dopo l’Europeo, al Barcellona per 16,5 milioni più 4 di bonus. Spalletti si deve accontentare della riconferma di Emerson Palmieri. Aspettando un nuovo rinforzo dal mercato, potrà adattare anche Juan Jesus. Mentre, dopo il grave infortunio occorso a Mario Rui, Riise, a distanza di 5 anni, si dice pronto.