A Silverstone la Pirelli ha masticato amaro. Il bubble gum ha gonfiato brutti palloni. Non si erano mai viste tante gomme esplodere una dietro l’altra come fossero palloncini.
Lewis Hamilton, Felipe Massa, Giorigio Perez, Esteban Gutierrez e Jean Vergne, Ferrari, McLaren, Toro Rosso, Sauber, le vittime di un sistema grottesco di episodi. Episodi fino a un certo punto, visto che si è trattato quasi sempre della posteriore sinistra.

 

O le macchine soffrono di reumatismi, oppure il colosso di gomma deve rivedere molte cose. Le vecchie ruggini del copertone occupano di nuovo la polemica automobilistica. Dopo i contrasti intorno ai test a scrocco della Mercedes dopo la decisione, recente, di rivedere, in via “straordinaria”, la qualità del pneumatico Pirelli, la domenica dell’antica pietra inglese fa cadere il masso proprio addosso al fornitore sotto la lente di ingrandimento, cospargendo la pista anglosassone di mille chiodi invisibili, così da far saltare in aria le gomme roventi di mezzo circo.

 

Una volta la polemica gomme riguardava la resa dei fornitori rispetto ai disegni dei progettisti, all’aerodinamica, alle sperimentazioni e al calcolo aerodinamico. Una casa produttrice piuttosto che un’altra, una scelta legata più al livello di usura che di affidabilità di base. Invece, adesso, la preoccupazione è sul pneumatico e sulla sua durata. Ma non in senso “performante”, come direbbero i tecnici, ma in quello più elementare e scontato, nel senso d’assicurare che non esploda da un momento all’altro lasciando a piedi il pilota, considerando pure i risvolti del caso sul tema sicurezza.

 

Paul Hembery, direttore del Motorsport Pirelli, assicura che verranno valutati prima altri test e saranno effettuate nuove analisi. A presto l’autorizzazione per lasciarsi andare o chiudersi nell’imbarazzo? E, a proposito di imbarazzi, dite a Vettel di non parcheggiare più in “doppia fila” se la sfortuna, di tanto in tanto pure a lui, gli dovesse nuovamente girare le spalle.

 

Sarebbe cosa opportuna non trasformare la Formula Uno in una cosa del genere:

 

 

 

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka