Il rendimento di Mauro Icardi è sempre sotto la lente di ingrandimento da parte degli osservatori: sarà per le attese che si ripongono su di lui, sarà per le medie a cui ha abituato tutti quanti nei suoi anni in Italia e di cui si è già ampiamente discusso (clicca qui), fatto sta che l’attaccante argentino è sempre al centro delle attenzioni. O segna e diventa immediatamente il #9 più forte in circolazione o rimane a bocca asciutta e allora le critiche si sprecano, tertium non datur.

Icardi festeggia il suo undicesimo gol stagionale contro la Sampdoria (Getty Images)

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Eppure, questo tertium, specialmente nelle ultime gare dell’era Spalletti si è visto pienamente: Icardi sta imparando a giocare con la squadra, senza ritenersi l'esclusivo finalizzatore, e sta lentamente lavorando per migliorare nei movimenti con e senza palla

Iniziamo l’analisi del suo rendimento proprio dalla gara contro l’Hellas: 0 tocchi in area di rigore, 2 tiri totali, entrambi da fuori area ed entrambi fuori dallo specchio della porta. Numeri che uniti ai preziosi movimenti ad elastico dell'argentino segnano un deciso miglioramento rispetto all’Icardi ammirato fino a prima della sosta nelle gare contro le squadre cosiddette piccole, anzi - per essere precisi - sino alla gara contro il Benevento.

Icardi ha iniziato la stagione contro questa tipologia di squadre esattamente come l’aveva finita: pochi palloni toccati, pochi movimenti e poco dialogo con chi gli giocava attorno. Non sono illazioni, ma quanto si raccoglie dai dati Opta di questa stagione. Si prenda in analisi adesso la gara contro il Crotone, una delle peggiori sin qui di Maurito: 20 palloni toccati, 16 passaggi, 14 nella metà campo avversaria con percentuali basse di completamento e poco dialogo con i trequartisti sia in “uscita” (il massimo di passaggi sono stati i 3 verso Joao Mario e i 2 verso Candreva) sia in “entrata” (3 da Joao Mario e 2 da Perisic). Una gara conclusa senza alcun tiro e risolta dall’Inter grazie ad una mischia in area da Skriniar e da un contropiede di Perisic: voto per Icardi 5 stiracchiato

I palloni toccati da Icardi allo Scida (Opta)

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Rivista insieme la gara dello Scida - espressione massima dell’Icardismo 1.0 -, andiamo a paragonarla alle gare di Benevento e del Bentegodi: al Vigorito Icardi tocca 36 palloni, 23 passaggi, di cui 19 nella metà campo offensiva con percentuali più altre il che implica un maggior coinvolgimento con i compagni di reparto. Ben 5 i palloni appoggiati verso Vicino, 4 quelli per Perisic; ben 5 volte Brozovic cercò l’argentino, e 4 lo fecero Vecino e Perisic, un aumento considerevole rispetto alla quarta giornata e anche il suo voto aumentò: 6, pieno

I palloni toccati da Icardi al Vigorito (Opta)

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Certo, questo gli toglie lucidità in area, ma quello che fa in questi 90 minuti è quello che vuole Spalletti”, questo quanto si scrisse nella pagella del rosarino e questa gara rappresenta lo spartiacque della sua stagione: soli 5 gol dalla gara in Campania divisi in due gare, ma una media voto aumentata di un punto rispetto alle prime 6 gare, nonostante in questo lasso temporale siano arrivate gare più difficili come il derby, il Napoli e la Sampdoria.

Arriviamo dunque alla gara contro il Verona di cui si è già discusso numericamente: Icardi gioca il primo tempo in linea con Gagliardini, il secondo leggermente più avanti, ma non il riferimento più avanzato dei nerazzurri. Il suo approccio è stato ottimo, come analizzato da Spalletti nel dopo gara, ma si può disquisire del suo modo di effettuare questo lavoro - sicuramente da sprezzare e migliorare ulteriormente - perché ci saranno molte altre partite contro squadre chiuse e questo tipo di lavoro, quello che ha portato al gol di Borja Valero, ad esempio, sarà molto importante per l’Inter.

Il movimento di Icardi libera Borja Valero per il gol dell'1-0 (Youtube)

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E contro le big?

Sicuramente Icardi dovrà continuare a fare questo lavoro, ma potrà concentrarsi anche sulla ricerca dello spazio e del gol, lavoro a dire il vero già eseguito egregiamente dal bomber argentino. Per esemplificarlo, utilizziamo la gara contro la Roma del 26 agosto scorso: pochi palloni toccati, pochi palloni distribuiti verso i compagni, ma tanti palloni chiamati con i movimenti in profondità. Questo spiega perché Vecino gli regala quattro palloni, quasi tutti in profondità, palloni che poi Icardi riuscirà a ricevere anche nel derby, dove il capitano nerazzurro verrà servito per sei volte da Candreva, Perisic e Vecino, anche in questo caso con tutti chiamate in verticale.

CONTRO IL NAPOLI... - Questo non è accaduto con il Napoli, invece, quando si è sacrificato insieme alla squadra giocando sulla linea del centrocampo toccando 10 dei 19 palloni totali nella metà campo difensiva risultando preciso anche in fase di palleggio, ma poco incisivo al fine di far rifiatare la squadra: 1 solo duello vinto sui 5 totali e nessun fallo subito. Ed è forse questo l’ultimo step che deve fare Icardi nelle gare contro le grandi e in generale nel suo modo di giocare. 

Al San Paolo l'argentino ha faticato parecchio nel "portare su" la squadra (Getty Images)

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Se con le piccole deve continuare a portare fuori i difensori che lo pedinano passo passo al fine di lasciare spazio alle sue spalle per i compagni, con le grandi che possono mettere in apprensione e sotto pressione la retroguardia - come accaduto a Napoli - il bomber argentino deve fare più battaglie, deve sporcarsi un po’ di più dando il buon esempio da capitano. Tutto ciò non deve spaventare chi lo ha nella propria squadra, né i tifosi dell’Inter: Icardi ha un fiuto del gol innato e non sarà qualche movimento in più o qualche fallo subito in più ad azzerarne il rendimento sotto porta: i gol li continuerà a fare, proprio come fa Dzeko - maestro di questa tipologia di lavoro - e in più potrà sempre essere valutato positivamente anche in assenza di gol, cosa che a Icardi raramente fino all’avvento di Spalletti succedeva. Icardi può non segnare e rimanere un attaccante eccezionale continuando su questa scia di prestazioni: tertium datum est.