Gran parte del merito, anche in questo caso, spetta a Simone Inzaghi. Immensamente abile a capire come e in quale porzione di campo Luis Alberto avrebbe potuto esprimere tutto il suo reale potenziale. Che non era di certo quello "ammirato" al suo primo anno in Serie A, quando faceva l'esterno in qualità di potenziale sostituto di Keita. No, non era decisamente tra le sue corde. E allora ecco arrivare il colpo di genio: addio al rodatissimo 4-3-3, ritorno al buon vecchio trequartista. Persino raddoppiato nel giro di pochi mesi, con l'affiancamento di uno tra Milinkovic-Savic e Felipe Anderson. Anche (soprattutto?) così si spiegano le incredibili cifre messe a referto quest'anno dai biancocelesti: 70 punti in 35 giornate (gli stessi dell'anno scorso, le due migliori annate nell'era Inzaghi e anche nella storia della Lazio), 12 vittorie in trasferta (record del club, quarto miglior dato d'Europa al pari di Barcellona, Psg e Bayern Monaco), 84 reti siglate (miglior attacco del torneo), 8 risultati utili consecutivi (5 vittorie e 3 pari, miglior striscia personale in questo campionato).
Per Luis Alberto ora la fanta-media è del 7.53: oro colato per il fantacalcio. E potrebbe persino migliorare nelle prossime settimane, con la pressoché scontata certezza di un posto da titolare quanto meno nelle prossime due: Immobile, come detto, non ci sarà e quindi l'ex Deportivo agirà al fianco di Anderson con Caicedo o Nani là davanti e la "pazza variabile" Milinkovic da alternativa per il ruolo di falso nueve (che poi tanto falso non è). Atalanta in casa, Crotone fuori, Inter in casa per chiudere un campionato di Serie A e un anno al fantacalcio memorabili. Magari, con quella ciliegina Champions che ai capitolini manca da ben 11 stagioni.