Nelle ultime settimane si è parlato tanto dei dolori del giovane Gigio, dei problemi e dei tormenti di ragazzone di 18 anni che non ha ancora deciso se restare nella sua casa calcistica e guadagnare 5 milioni all'anno oppure se andare in uno dei club più forti del mondo per guadagnarne anche di più. Si è discusso delle pressioni, dei condizionamenti che le voci di mercato hanno avuto sulle certo non brillantissime prestazioni di Donnarumma nell'europeo under21, di come il ragazzo senta un grande peso sulle sue spalle, larghe ma ancora troppo giovani. Ora, premesso che conosco un bel po' di gente che vorrebbe avere gli stessi problemi di Donnarumma anche solo per lo sfizio di risolverli lanciando una monetina, nelle ultime settimane si è parlato tanto anche di un altro ragazzino, che al contrario di Gigio non può nemmeno guidare, che al contrario di Gigio ha già scelto. Si chiama Vinicius Junior, è nato nel 2000 e il Real Madrid l'ha appena acquistato dal Flamengo per 45 milioni di euro. L'accordo prevede la permanenza al club di Rio del “nuovo Neymar” fino al 2019, ma una clausola permette alle Merengues di liberarlo, d'accordo con i brasiliani, già l'anno prossimo. E di portarlo in Spagna quando non avrà ancora 18 anni.

Quei 45 milioni (30 da pagare subito, gli altri 15 a rate) fanno di Vinicius il minorenne più costoso di sempre. Un'etichetta che è passata di spalla gracile in spalla gracile, negli ultimi anni. Un'etichetta che ha pesato, in alcuni casi, fino a far bruciare la carriera di qualcuno come un foglio di carta bagnato di benzina.

Chi sta pensando a Pato ha centrato il punto. Al termine di un'asta furibonda in un'estate complicata, Galliani riuscì ad assicurarselo ad inizio agosto del 2007 per l'allora cifra record di 22 milioni di euro. Per un giorno, però, il Milan non poté tesserare il brasiliano: avrebbe compiuto 18 anni il 2 settembre, un giorno dopo la chiusura ufficiale del mercato, e causa norme FIFA i rossoneri furono costretti a posticipare il deposito del contratto in Lega, che arrivò solo a gennaio 2008. Pato, però, si era già trasferito in Italia, aveva cominciato a prendere confidenza con Milanello e con i compagni, tanto da arrivare all'esordio in campionato, il 13 gennaio contro il Napoli, già pronto e inserito: ovviamente quella sera giocò con Ronaldo e Kakà e segnò il suo primo gol: sembrava un passaggio di consegne, una storia già scritta, una carriera da trascorrere passeggiando su una strada già battuta. E invece ecco gli infortuni, i problemi, e il ritorno in Brasile cinque anni dopo la prima partita italiana: Pato, da giovane attaccante di 23 anni, va prima al Corinthias, poi al San Paolo. Quindi si rimette in gioco, senza successo, in Europa: due partite e un gol al Chelsea, 24 partite e 6 gol in sei mesi al Villareal. E poi, a 27 anni, nell'età che dovrebbe essere del massimo splendore, va in Cina. Come una gloria già vecchia, una storia già raccontata.

A seguire c'è il trittico di cessioni del Southampton. Quella dei Saints è una scuola che ha cresciuto fior di campioni, ragazzini che negli ultimi anni sono stati protagonisti di varie sessioni di mercato dopo aver calcato il St. Mary's cantando When the Saints go marchin' in. Cronologicamente, la prima delle cessioni record di minorenni fu quella di Theo Walcott, passato all'Arsenal nel gennaio del 2006, appena sedicenne, per sette milioni e mezzo di euro - un'altra cifra, per l'epoca, da Guinnes. Per un paio di milioni in meno, nel 2007 Gareth Bale passò al Tottenham: il Southampton, in quell'occasione, incassò cinque milioni di sterline, 80 in meno rispetto al successivo trasferimento del gallese, dai Lilywhites al Real Madrid. Il minorenne più costoso venduto dai Saints è però Alex Chamberlain. L'ala rientra nella classifica per il rotto della cuffia: l'Arsenal lo acquistò l'8 agosto 2011, una settimana prima che il ragazzo compisse 18 anni. Il prezzo pagato per il giocatore, che veniva da 34 partite e 9 gol nella League One inglese, non è mai stato reso noto ufficialmente: si parla di una cifra vicina ai 16-17 milioni di euro.

Attorno ai cinque milioni, più o meno la cifra-Bale, ci sono successi e insuccessi del mercato internazionale. Perché sei milioni di dollari fu la cifra pagata dal PSV Eindhoven per acquistare dal Cruzeiro il diciassettenne Luis Nazario da Lima, conosciuto come Ronaldo, adorato come il Fenomeno; perché per poco più di 5 milioni di euro l'allora giovane Gerard Piqué si avventurò, con poco successo, dal Barcellona al Manchester United, prima di fare ritorno in Catalogna e vivere una carriera di successi; perché per cinque milioni di sterline Aaron Ramsey passò dal Cardiff all'Arsenal. Ma cinque milioni fu anche la cifra pagata dalla Roma alla Dinamo Zagabria per assicurarsi Jedvaj, passato dalla Capitale senza impressionare e poi acquistato dal lungimirante Bayer Leverkusen per 7 milioni; lo stesso prezzo fu sborsato dal Chelsea per portare da Belgrado a Londra il difensore Rajkovic, che l'anno scorso è finito al Palermo. Cifra orientativamente vicina anche per Martin Odegaard: attaccante norvegese di cui si raccontavano leggende, arrivò al Real Madrid appena sedicenne. Ha giocato per tre anni nella Castilla (allora allenata da Zidane) prima di andare in prestito all'Heerenveen, in Olanda. Ha ancora tempo per giocare e maturare. Anche perché, nonostante le pressioni, non ha nemmeno diciannove anni.