Manchester City, Shakhtar Donetsk e Feyenoord. Il girone F di Champions League accenna un sorriso di buone speranze a un Napoli che ha tremato non poco fino a quando dalle urne è stato scongiurato il pericolo di capitare in uno dei gironi che sarebbero stati terribili da affrontare. Le accoppiate Chelsea e Atletico Madrid (gruppo C) e Real Madrid e Borussia Dortmund (gruppo H) erano da evitare (è andate male alla Roma, che dovrà vedersela coi campioni d’Inghilterra e con l’osso durissimo di Spagna).
Se per il Napoli il Manchester City rievoca i gioiosi ricordi dell’impresa targata Mazzarri dell’edizione 2011\2012, quando Cavani, Hamsik e Lavezzi eliminarono proprio gli inglesi in un “girone a tre”, capovolgendo ogni pronostico della vigilia che dava Bayern Monaco (finito primo) e City favorite per il passaggio del turno, Shakhtar Donetsk e Feyenoord rappresentano una novità assoluta per il club partenopeo. Il Napoli nella sua storia non ha mai affrontato in gare ufficiali sia gli olandesi che gli ucraini. Ma quello che sulla carta si presenta come un girone in cui il City è la favorita per il primo posto e il Napoli una seria candidata alla qualificazione, non bisogna cadere nell’inganno del pronostico facile.
Il Futbol'nyj Klub Šachtar, più conosciuto come Shakhtar Donetsk, è campione in carica di Ucraina, avendo conquistato lo scorso anno la Prem'er-Liha. Così come il Feyenoord, campione d’Olanda, che nella scorsa stagione ha conquistato l’Eredivise dopo un digiuno lungo diciotto anni. Lo Shakhtar negli ultimi quindici anni si è dimostrato tra le squadre in grande evoluzione del calcio europeo, conquistando il suo primo trofeo internazionale nel 2009, battendo il Werder Brema in finale di Europa League. Inoltre, il club che da diversi anni contende la leadership del calcio ucraino alla Dinamo Kiev, è una habitué del palcoscenico europeo, sia in Champions che in Europa League. Nelle due competizioni continentali il rendimento degli ucraini è sempre stato di tutto rispetto, spesso rivelandosi come mina vagante per le squadre più blasonate.
Darijo Srna, classe ’82, è il punto di riferimento della difesa ucraina. Il nazionale croato, che conta più di 300 presenze e più di 30 goal col club neroarancio, è un fluidificante destro capace di rendersi molto pericoloso anche in fase offensiva. Le sue caratteristiche gli consentono di interpretare tutti i ruoli della catena di destra. Sotto certi aspetti, un ibrido tra Hysaj e Callejon. Paradossalmente, proprio il futuro avversario in Champions, Srna è uno di quegli elementi che consentirebbero al Napoli di completare definitivamente l’organico. Uomo di grande personalità ed esperienza, che si porta dietro una drammatica storia familiare a causa dei drammatici trascorsi politici del suo paese.

Frederico Rodrigues de Paula Santos, meglio noto come Fred, e Marlos Romero Bonfim, più conosciuto come Marlos, sono i due centrocampisti brasiliani che negli ultimi anni hanno caratterizzato il gioco veloce degli ucraini. Fred, classe ’93 di Belo Horizonte, è reduce da una squalifica di un anno per doping, inflittagli nel 2015. Nella rosa dei mediani dello Shakthar sono interessanti Viktor Kovalenko e Dentinho, altro brasiliano, centrocampista con una forte propensione offensiva. In attacco molto pericoloso può risultare Facundo Ferreyra, detto “Chucky”. Centravanti veloce e dotato di rapidità di esecuzione. Dopo una non buona esperienza in Inghilterra, sembra che l’attaccante argentino abbia trovato in Ucraina la sua dimensione. La squadra allenata dal portoghese Paulo Fonseca è sulla carta l’avversario più vicino alla dimensione che il Napoli potrebbe assumere nel girone, sempre che il Manchester City confermi i favori del pronostico.
Il Feyenoord invece vanta più una grande tradizione che un organico di livello. La squadra di Rotterdam è l’unica nel girone ad aver vinto la Coppa dalle grandi orecchie, grazie allo storico successo ottenuto nel 1970. Il nome Feyenoord rievoca i fasti del calcio olandese, oltre che una scuola che ha fatto epoca, grazie anche alla Coppa UEFA conquistata nel 1974 e poi bissata quasi trent’anni dopo. La squadra allenata da Giovanni van Bronckhorst non vanta nomi altisonanti, ma di certo la gara in trasferta rappresenta un’insidia. Il clima e la tifoseria non sono di certo accomodanti. Steven Berghuis, nazionale olandese classe ’91, è uno dei punti di riferimento del reparto offensivo, come il danese Nicolai Jørgensen e l’altro nazionale Jean-Paul Boëtius, nativo proprio di Rotterdam.
