Due anni dopo, il Napoli vince ancora lo scudetto.
Quarto titolo nella storia azzurra che bissa il successo di due anni fa contro ogni pronostico. Gli azzurri erano reduci da un'annata disastrosa: lo scorso anno, dopo l'addio di Spalletti, la formazione partenopea chiuse addirittura al decimo posto in classifica, a pari punti col Torino.
Una discesa drastica dopo l'impresa scudetto, una delusione dilagante al termine di una annata sportiva fatta di tante incertezze e tre allenatori, da Rudi Garcia a Francesco Calzona, passando per Walter Mazzarri.
Napoli, uno scudetto più "sentito" rispetto a due anni fa
Ma quali sono, a livello emotivo, le grandi differenze tra lo scudetto conquistato dal Napoli di Luciano Spalletti e quello targato Antonio Conte?
Partiamo dalle sensazioni di inizio stagione: da questo punto di vista potrebbero esserci delle similitudini dato che sia due anni fa che la scorsa estate l'ambiente azzurro era scoraggiato a causa dei risultati arrivati nelle stagioni precedenti. Va però ricordato, nell'anno dello scudetto, che Spalletti era alla sua seconda stagione in azzurro e anche lui era finito nel mirino della critica. Discorso diverso, invece, per Antonio Conte, il cui arrivo ha rappresentato una boccata d'ossigeno e una grande iniezione di fiducia per tutto l'ambiente.
L'altra differenza sostanziale sta nel calciomercato: al secondo anno di Spalletti c'era scoramento per la cessione dei pezzi pregiati (Koulibaly, Mertens, Insigne) e l'arrivo di alcuni "sconosciuti" come Kvara e Kim. Quest'anno, nonostante l'addio di Kvara proprio a gennaio, in estate è suonata tutta un'altra musica, con un mercato di livello e contrassegnato dagli arrivi di Buongiorno, Neres, Mctominay e Gilmour.
L'altra differenza è rappresentata dal cammino delle due squadre. Se da un lato il Napoli di Antonio Conte ha regalato meno emozioni in termini di spettacolo rispetto a quello di Spalletti, due anni fa la vittoria dello scudetto fu una questione chiusa con un certo anticipo, anche se la certezza aritmetica arrivò solo alla 33esima giornata grazie al pari di Udine. Basti pensare che dopo 27 giornate la squadra di Spalletti era saldamente in testa con 71 punti all'attivo e un vantaggio di ben 19 punti sul secondo posto occupato dalla Lazio. Una cavalcata trionfale, in una stagione rovinata solo dalla delusione per l'eliminazione dai quarti di finale di Champions League contro il Milan.
Quest'anno, invece, al di là dei leciti dubbi di inizio stagione (acuiti dal clamoroso ko per 3-0 alla prima giornata sul campo del Verona), la lotta scudetto è stata decisamente più serrata, con Inter e Napoli a rispondersi colpo su colpo. Un successo più "sofferto", che porta - forse, e se può avere senso scomodare un paragone tra emozioni che partono dal cuore - a una gioia ancora più grande e profonda per il popolo azzurro.