L'orgia del potere. Questo il titolo del libro inchiesta del sociologo e giornalista Pippo Russo, su uno degli uomini sulla breccia del panorama pallonaro ormai da anni. In "Controstoria di Jorge Mendes, il padrone del calcio globale" - "Edizioni Clichy" - il saggista indaga su una figura conosciuta ai più come il procuratore di Ronaldo, Falcao e Mourinho. In realtà, l'agente portoghese ricopre ruoli più eterogenei, che non hanno solo a che fare con lo sport ma che s'intrecciano con la finanza, fino a diventare un personaggio controverso. Controversa è infatti la storia della sua ascesa e i suoi affari paralleli a quelli della procura.

Fantagazzetta ha intervistato al proposito Russo, svelando i dieci primi aspetti da conoscere sull'attuale padrone del calcio mondiale. 

1 – Incarna l'evoluzione massima e trasversale dell'agente di calcio.

“Mendes è un soggetto capace di concentrare in sé molti ruoli che dovrebbero essere separati: agente di calciatori e allenatori, consulente di mercato dei club, rappresentante dei fondi d'investimento e investitore egli stesso, socio di gruppi finanziari che investono nel calcio. Un soggetto così smette d'essere un intermediario, per trasformarsi in motore del mercato”.

2 – La sua ascesa è legata a doppio filo all'economia del calcio portoghese.

“La scalata avviene nella sua Nazione natale, in concomitanza col contesto economico calcistico di allora, quando vince la concorrenza di un agente allora potentissimo, José Veiga, col quale va allo scontro frontale. L'ascesa avviene nello stesso periodo in cui la grande finanza portoghese entra in campo e investe nei diritti economici dei calciatori. I più importanti sui quali questi gruppi finanziari investono sono legati a Mendes, e questa è per lo meno una curiosa coincidenza. Invece Veiga prova a farsi egli stesso uomo di finanza, lanciando la propria agenzia, “Superfute”, presso la Borsa di Parigi. Sarà una catastrofe. Alle strette: uno sfida la finanza e viene spazzato via, l'altro si allea con la finanza e sta ancora lì”. 

3 - Ha "colonizzato" il Deportivo La Coruña, grazie alla singolare nascita della procura di Nuno Espirito Santo.

"Nel 1996, l'attuale allenatore del Porto era portiere del Vitoria Guimaraes, e voleva cambiare squadra, ma il presidente Antonio Pimenta Machado pretendeva una cifra molto alta. Bisognava forzare la situazione, e così fu. Nuno sparì per diverse settimane. E poi fu "ritrovato" da Jorge Mendes, che portò Pimenta Machado nel nascondiglio del giocatore. Lì Nuno finse d'essere alcolizzato, e proprio di recente ha confermato questa versione della storia a un giornalista del "Guardian". E a quel punto Pimenta Machado si convinse a cederlo al Deportivo La Coruña, che nel tempo è diventato uno dei club più mendesizzati d'Europa".

Nuno Espirito Santo, allenatore del Porto e primo assistito di Mendes (Getty)

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4 - Riesce ad avere tra i suoi assistiti i giocatori più forti del mondo, ma ha scarse capacità di scouting.

"Mendes prende i migliori, ma non li scopre lui. E' vero invece che i migliori vanno da lui, per "forza d'attrazione". E uso questa formula perché non mi sogno di dire che Mendes li rubi ai suoi concorrenti. Lo lascio dire a loro, al proposito c'è una vastissima aneddotica. Compresa quella che riguarda i due suoi principali clienti: Cristiano Ronaldo, che a suo tempo mollò José Veiga, e José Mourinho, che dopo aver vinto la Champions col Porto e prima di passare al Chelsea, scaricò Jorge Baidek".

Ronaldo a colloquio con Mourinho, ai tempi del Real (getty)

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5 - La sua rete è composta da oltre una quindicina di club, tra i quali Benfica, Porto e Atletico Madrid.

"La lista delle società è lunghissima. Partendo dalle grandi del Portogallo, in questo momento i rapporti sono molto stretti con Benfica (soprattutto) e Porto, e conflittuali con lo Sporting Clube de Portugal. E poi c'è la rete dei club medio-piccoli: Sporting Braga, Rio Ave, Moreirense, Paços de Ferreira, Vitoria Guimaraes e persino il piccolo Real Massamà. E poi ci sono i club di altri paesi: Manchester United, Monaco, Atletico Madrid, Barcellona, Valencia, Deportivo La Coruna, Wolverhampton, Middlesbrough. In Italia c'è da tempo un rapporto privilegiato con l'Inter, ma più di recente c'è stato un avvicinamento con la Lazio".

6 - Ha stretto una partership per far affluire consistenti capitali cinesi nel calcio europeo. 

"La "Gestifute" ha stretto una partnership ufficiale con "Fosun", un grande gruppo che ha radicati interessi nell'economia portoghese. Nell'estate del 2016 "Fosun" ha comprato il Wolverhampton e sarebbe tuttora in corsa per mettere le mani sul Rio Ave".

7 - Ha messo in atto in poco tempo una propaganda efficace e potente sulla sua persona e i suoi assistiti. 

"Per rendersene conto, basta guardare quanto culto della personalità ci sia intorno a lui e ai suoi principali clienti. Si provi a leggere la biografia scritta dai giornalisti spagnoli Cuesta e Sanchez, con tanto di dedica e firma di Mendes ad aprire il testo. E che dire del documentario dedicato a lui dalla tv portoghese "SIC"? In alcuni passaggi è addirittura esilarante, c'è una mancanza di senso del ridicolo veramente notevole. Lo stesso si può dire del film su Cristiano Ronaldo, in cui la presenza di Jorge Mendes è costante. E si giunge al parossismo con la figlia Marisa, che posta foto a go go su Instagram". 

8 - Ha gestito la vendita di un giocatore all'Atletico Madrid, realizzando una plusavalenza dell'8000%.

"Si tratta del trasferimento di Diogo Jota dal Paços de Ferreira all'Atletico Madrid. La transazione avviene per la cifra di 7 milioni, ma il Paços ne incassa soltanto 2,8, il 40%. Il restante 60 è suddiviso fra l'agente Antonio Teixeira (20%) e Jorge Mendes (40%). Fanno 4,2 milioni finiti fuori dal mondo del calcio. In particolare, dai documenti di Football Leaks risulta che Jorge Mendes abbia comprato quel 40% per ben 35 mila euro. E grazie a quel misero investimento iniziale ha portato a casa 2,8 milioni. Un blogger si è preso la briga di calcolare la plusvalenza: 7900%. Non è tutto: prima che il mercato dell'estate 2016 si concluda, l'Atletico Madrid gira Diogo Jota in prestito al Porto allenato da Nuno Espirito Santo". 

Jota con la maglia del Porto (getty)

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9 - Il potere di Mendes ha raggiunto di recente il suo picco, molto probabilmente il massimo.

"Tutti gli imperi, giunti all'apice, cominciano a declinare. E si tratta di un'ordinaria dinamica storica. L'impero di Mendes è certamente giunto al suo picco massimo". 

10 -  "Football Leaks " ha rivelato l'esistenza di una società off shore presso la quale Mendes e i suoi consulenti avrebbero deviato i guadagni dei diritti d'immagine dei suoi clienti. 

"Il danno d'immagine per la "Gestifute" è stato incalcolabile. E il nervosismo con cui la comunicazione di della stessa società ha affrontato quel passaggio, è stato rivelatore. Dalle informazioni di quei giorni sappiamo che delle indagini sono in corso, sia in Spagna che nel Regno Unito.