Turno infrasettimanale, storicamente foriero di sventure, di partite giocate con un paio di uomini in meno, sinonimo di Caporetto, Waterloo, Corea, più imprevedibile di un elastico di Ronaldinho o di un rigore calciato da Memushaj. Nel nostro tragico(mico) approfondimento puntiamo la lente d'ingrandimento sui cosiddetti "imprevedibili", giocatori che senza essere mai comparsi in alcun articolo del globo relativo alle probabili formazioni si ritrovano in campo dal 1', a volte senza un vero e proprio perché, con l'unico scopo di "far rifiatare" (ma non eravamo alla quinta giornata?) i titolari. Se tali figuri hanno rovinato la vostra giornata fantacalcistica e se ancora siete in lutto, vi consigliamo di non procedere con la lettura, in caso contrario gustatevi, in rigoroso ordine alfabetico, i titolari improbabili della giornata di campionato appena trascorsa.

Mattia Aramu - Torino: gli infortuni in serie relativi a una squadra, più specificatamente relativi a un singolo reparto, causano solitamente reazioni diametralmente opposte nei fantallenatori. C'è chi si dispera perché il suo pupillo, magari più di uno, starà lontano dai campi per chissà quanto, e chi si sfrega le mani perché con lo sfoltirsi della concorrenza avrà più possibilità di veder giocare da titolari i suoi calciatori. In questo senso l'attacco del Torino pareva rappresentare una certezza assoluta: fuori Belotti, con pochi minuti nelle gambe, fuori Ljajic, fuori Maxi Lopez e la sua lavatrice. In mezzo ai vari Boyé e Martinez, la certezza assoluta pareva rappresentata dallo spagnolo Iago Falque. Pareva. Già, perché in una qualunque serata di inizio autunno Sinisa Mihajlovic decide che è il momento di far esordire in granata Mattia Aramu, classe 1995, zero presenze in Serie A. Al posto di chi? Di Iago ovviamente. In un Torino che fa una fatica tremenda a rendersi pericoloso e resta prima in 10 e poi in 9, l'attaccante più rapido e con più colpi a disposizione disputa la bellezza di 0 minuti. E voi, come il Toro, restate con un uomo in meno, infilzando spilli nella bambolina con le fattezze del mister serbo.

Ebbene sì, Aramu gioca anche in Nazionale (getty)

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Anderson Hernanes - Juventus: in una Signora avvilita dalla batosta di San Siro, chi meglio del profeta poteva portare una luce di speranza nei cuori dei tifosi bianconeri? In molti in realtà. Magari Asamoah, che avete preso come ottavo centrocampista galvanizzati dalla sua prima uscita stagionale, avrebbe potuto provare a riscattare la figura barbina di domenica sera. Magari Cuadrado, che Allegri aveva ipotizzato mezzala e che, ereditata la potentissima maglia numero 7 di Simone Pepe, pareva già pronto a ripartire dagli assist e dai buoni voti che lo scorso anno ha regalato a chi ha puntato su di lui. Invece il ghanese siede comodamente in panchina e assiste alla goleada dei compagni sul malcapitato Cagliari, Cuadrado è assente per motivi familiari e Khedira è in tribuna perché "non giocava 7 partite consecutive dal 94'-95'". E voi, che magari avete abbinato uno dei centrocampisti sopracitati a Marchisio per "aver sempre un titolare sicuro", iniziate già a pensare alla formazione per la sesta giornata.

Il Profeta ovalizza il pallone come Oliver Hutton (getty)

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Timo Letschert - Sassuolo: chi scusa? Sarà stata questa la reazione di molti fantallenatori alla lettura delle formazioni ufficiali di Chievo - Sassuolo. I più attenti invece sicuramente sapevano già che l'olandese, che a scanso d'equivoci gioca nel Sassuolo, è un prospetto da seguire con interesse, sulla carta prima riserva della coppia centrale titolare Cannavaro-Acerbi ma insidiato da Antei. Quindi i fantallenatori più esperti e prudenti (tra cui chi scrive) avevano deciso di puntare dritti dritti sul duo di destra Gazzola-Lirola, la coppia più bella del mondo, come Volpi e Poggi, Masina e Morleo, Al Bano e Romina, Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio. Invece succede che Eusebio Di Francesco, con Gazzola indisponibile, relega in panchina Lirola (a 19 anni è difficile aver fiato per tre partite di fila, certo) e schiera da terzino destro proprio Letschert. Panico. Certezze svanite. Anche quest'anno vinco il fantacalcio l'anno prossimo.

Anche Letschert non può opporsi alla classe di Hetemaj (getty)

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Nicolas Spolli - Chievo Verona: pochi reparti arretrati sembrano avere i posti bloccati come quello del Chievo di Maran. Cacciatore-Dainelli-Cesar-Gobbi, come una filastrocca, unica variante l'ex viola Gamberini a tamponare gli acciacchi dell'ormai anzianotto Dainelli e coprire le assenze per furto in gioielleria dello sloveno. Una qualsiasi combinazione di due dei tre centrali clivensi (magari i due titolari) permetterebbe di norma di dormire sonni tranquilli, ma non ieri. Senza preavviso Maran riesuma Nicolas Spolli, un passato tra Catania, Roma (neanche lui sa perché) e Carpi a randellare e sgomitare ad altezza zigomi, giustamente quarto centrale nelle gerarchie del tecnico fino a una manciata di ore fa. Spolli presidia a sorpresa la retroguardia del Chievo dal 1', chi ha puntato su Cesar e Dainelli piange lacrime amare. E la cosa più preoccupante è che l'argentino gioca anche bene.

Una foto che parla (e picchia) da sola (getty)

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Davide Zappacosta - Torino: sì, ormai l'avete capito: i granata e Mihajlovic sono i veri protagonisti di questo tragico spaccato di vita fantacalcistica. Una regola non scritta del turnover recita che il reparto da non intaccare con troppe novità è la difesa, soprattutto in un momento della stagione nel quale ogni squadra è alla ricerca di una sua quadratura. Detto del lungodegente Molinaro, sostituito dal giovane Barreca, di Castan, che Mihajlovic aveva in un certo modo preannunciato in panchina, e del sempre vivo ballottaggio tra Rossettini e Bovo, l'unica certezza pareva rappresentata dall'impiego di Daniele De Silvestri sull'out di destra. Ma la parola certezza, quando si parla del Torino di Sinisa, perde significato. Da non si sa quale anfratto dello spogliatoio granata riemerge Davide Zappacosta, passato nel giro di un paio d'anni da nuovo Zambrotta a riserva fissa di Bruno Peres (che può giocare pure a sinistra, ma Ventura non lo sapeva, o forse non può giocarci, ma Spalletti non lo sa ancora) e successivamente a separato in casa col Toro, tra destinazioni rifiutate e un trasferimento al Sassuolo solamente sfiorato (un threesome Gazzola-Lirola-Zappacosta non lo auguriamo a nessuno). Zappa vi costa il primo (forse) 65,5 della stagione a causa dell'uomo in meno, e magari anche il temporaneo primato in classifica. Ma andate tranquilli, chi è primo a inizio stagione di solito non vince alla fine. Di solito.

Quando Zappacosta aveva il mondo ai suoi piedi (getty)

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Articolo redatto con la collaborazione di Alex Campanelli