"Chi cambia vince". Potrebbe essere questo lo slogan (quasi) universalmente valido per la prima giornata di Serie A. Delle 32 reti messe a segno, 10 portano la firma di calciatori che inizialmente erano stati relegati in panchina e che solo nel secondo tempo sono stati chiamati in causa dai rispettivi allenatori. Praticamente un terzo del totale, un'enormità. Gol che nella stragrande maggioranza dei casi si sono rivelati decisivi nel computo del punteggio finale. E che avranno premiato anche i tanti fantallenatori coraggiosi nel dar loro fiducia nonostante (in alcuni casi) un prevedibile impiego non dal 1'. 

JUVENTUS-FIORENTINA 2-1: Gonzalo Higuain (75')

Non può che essere il Pipita a dominare la nostra copertina. Lui, l'uomo più discusso, criticato prima per aver "tradito" i tifosi del Napoli e poi per una forma fisica (a inizio preparazione) lontana da quella ideale per un giocatore. Ha risposto come meglio sa fare: buttando la palla in rete. Un gol tutt'altro che banale, visto che è servito per regalare ad Allegri i primi tre punti stagionali.

ROMA-UDINESE 4-0: Diego Perotti (65', 75')

Spalletti aveva scelto El Shaarawy sulla fascia sinistra per scardinare la difesa friulana, con la prudenza tipica di chi sa quanto è importante giocare con i suoi uomini migliori un preliminare di Champions. Fino al 57', momento dell'avvicendamento. Pronti, via: il Monito entra in campo e si carica la squadra sulle spalle, siglando i due rigori apripista, preludio al risultato poi arrotondato e definitivamente blindato da Salah e Dzeko.

PESCARA-NAPOLI 2-2: Dries Mertens (60', 63')

Alzi la mano chi pensava che il belga, in grande spolvero nelle ultime uscite amichevoli precampionato, non sarebbe partito titolare nel primo impegno ufficiale stagionale. Solo Sarri probabilmente sapeva sin dall'inizio che avrebbe schierato ancora una volta Insigne dal 1'. La svolta arriva al 53': Milik e Mertens entrano in campo e agguantano in pochi minuti un pari pressoché insperato. Con tanto di occhiata di fuoco lanciata dal folletto di Lovanio verso la panchina...

ATALANTA-LAZIO 3-4: Danilo Cataldi (89') e Andrea Petagna (91')

Nella partita più pazza e prolifica di bonus della prima giornata fa quasi strano sapere che a essere decisivi (o quasi) sono stati due giocatori che hanno disputato soltanto gli ultimi dieci minuti della gara. Perché se Cataldi non avesse messo dentro il gol del 2-4, forse il centro di Petagna allo scadere sarebbe valso un incredibile pari in rimonta per la Dea e non solo il rimpianto di aver regalato l'intera prima frazione ai biancocelesti. Fatto sta che entrambi i gol assumono un'importanza diversa: il primo capitale, il secondo solo potenziale.

GENOA-CAGLIARI 3-1: Olivier Ntcham (78') e Luca Rigoni (88')

La palma di "stratega della panchina" spetta con pieno merito a Ivan Juric. Il tecnico rossoblù azzecca tutti i cambi, in particolare due: quello di Ntcham per uno spento Pandev (gol del provvisorio 1-1) e quello di Rigoni per Ocampos (rete del definitivo tris). E la prima gioia genoana porta il colore intenso delle pettorine verdi che indossano le riserve.

MILAN-TORINO 3-2: Daniele Baselli (91')

Belotti dà, Belotti toglie. Il nuovo Toro di Mihajlovic tiene testa a un Milan assetato di rivincita grazie soprattutto al suo implacabile bomber, ma anche alla mezzala di Manerbio che, in campo dal 69', regala una flebile speranza ai suoi compagni con la rete del 2-3 in pieno recupero. Speranza che si concretizza e che svanisce nel giro di pochissimi secondi con il rigore prima guadagnato e poi sbagliato allo scadere proprio dal Gallo. E così Donnarumma, primo portiere minorenne nella storia della Serie A a parare un tiro dal dischetto, toglie anche la soddisfazione a Baselli di rivelarsi decisivo nella domenica granata.