E' finalmente ripartito il campionato di Serie A, si è giocata nello scorso weekend la prima giornata del massimo campionato italiano, ed immancabili sono arrivate anche le prime polemiche stagionali in termini arbitrali: il VAR, lo strumento in vigore dall'anno scorso in Italia, buon protagonista anche agli ultimi Mondiali, è stato criticato già dopo i primi 90 minuti, o meglio, è stato criticato l'utilizzo fatto dai direttori di gara in alcuni dei primi 8 match disputati fra sabato e domenica. Il problema, però, è sempre lo stesso: la mancata informazione preventiva fatta in un contesto decisamente delicato come quello "moviolistico", soprattutto qui dalle nostre parti dove per far polemica ci si fa bastare anche il nulla a volte.

Andiamo subito al dunque: per la stagione 2018/2019 sono state introdotte due principali novità che hanno già trovato spazio non solo nell'applicazione arbitrale, anche nei bar dello sport dove già si sono sentite le solite lamentele del tifoso medio, ma anche nelle parole di alcuni degli addetti ai lavori. Questi i due punti intanto da tenere a mente inseriti dall'IFAB nel protocollo VAR:

1) se prima al VAR si ricorreva per correggere quello che era definito un "chiaro" errore, adesso non basterà più: quest'ultimo dovrà essere anche "evidente", si capirà meglio andando nello specifico cosa si intende;

2) anche in Serie A, dopo l'introduzione a Russia 2018, si utilizza da quest'anno la tecnologia tridimensionale per valutare il fuorigioco.

Lo start stagionale si è vissuto al Bentegodi, teatro di Chievo-Juve: nel corso del match i bianconeri hanno richiesto - senza ottenere - la concessione di due penalty. Nel primo caso Cacciatore ha atterrato Cancelo a due passi dalla porta, impedendogli di calciare regolarmente, nel secondo lo stesso Cacciatore ha cinturato Cuadrado a ridosso dell'area piccola: poteva starci il rigore in entrambi i casi, abbastanza netto il primo, ma l'arbitro Pasqua non ha assegnato né l'uno, né l'altro. "Chiaro" errore, appunto, soprattutto non ravvisare il fallo su Cancelo, ma manca l' "evidenza": per esser tale, infatti, l'arbitro non avrebbe dovuto vedere affatto l'episodio, e dunque i colleghi VAR in quel caso avrebbero potuto invitarlo all'on field review (OFR), la revisione-video dell'episodio, per valutare meglio tutto. Pasqua, invece, il contatto l'ha visto e valutato, dunque a posteriori l'errore resta "chiaro" ma non "evidente" per quanto sopra detto. Permane qualche perplessità sul silent-check avvenuto in questa circostanza, ma si potrebbe anche semplicemente pensare a qualche problema di comunicazione dal punto di vista prettamente tecnologico. Sul gol annullato a Mandzukic, invece, il VAR è potuto intervenire: che sia stato per il tocco col braccio di Ronaldo (poi ognuno può avere una propria idea sulla volontarietà o l'involontarietà), o per la carica su Sorrentino, l'arbitro non aveva notato bene l'intera dinamica, ed allora ha preferito accettare il consiglio di review, e dunque il gol precedentemente assegnato è stato poi tolto a seguito dell'OFR.

Sarebbe bastata dunque la sfida fra Chievo e Juve per spiegare bene il primo dei due passaggi prima specificati, ma ci sono stati altri episodi abbastanza importanti che rientrano in questa casistica. In Lazio-Napoli, per esempio, è stato annullato un gol a Milik per fallo di Koulibaly su Radu: inizialmente convalidato da Banti, sembra solare che successivamente sia arrivata la comunicazione sulla "chiara" ed "evidente" irregolarità posta in essere dal calciatore azzurro su quella biancoceleste, contatto non ravvisato in un primo momento dall'arbitro. In Parma-Udinese si è reso necessario l'intervento del VAR per segnalare a Calvarese il rigore per i friulani: il "chiaro" tocco col braccio di Grassi non è stato "evidentemente" visto dall'arbitro, che è stato invitato all'OFR per valutare tutto, e dunque decretare il tiro dagli undici metri. In Sassuolo-Inter sono i nerazzurri a lamentarsi per la mancata concessione di due rigori, ma anche qui vale il principio di cui sopra: prima Lirola su Icardi, poi Magnanelli su Asamoah, sono due episodi che in maniera discrezionale possono essere ritenuti "chiari" errori, soprattutto il secondo, ma non "evidenti" poiché Mariani li vede e li giudica in una certa maniera.

Per quanto riguarda il secondo punto, viene in ausilio il gol annullato al Torino ieri contro la Roma: l'assistente di linea De Meo non si accorge della posizione irregolare di Ola Aina, il VAR controlla tutta la dinamica che porta al gol, e grazie alla grafica tridimensionale si accorge dei pochi centimetri che mettono il calciatore granata al di là della linea difensiva. L'anno scorso in situazioni non certe non si sarebbe mai proceduto all'annullamento, con la nuova tecnologia non ci potrà più essere differenza fra un fuorigioco anche di 1 solo centimetro ed uno di 5 metri. Con buona pace di Petrachi che nel post-partita si è scagliato contro Massa imputandogli di essersi "andato a cercare pochi millimetri di fuorigioco": il regolamento è regolamento, il metro è roba per sarti.