Napoli-Frosinone, meno di centocinquanta chilometri di distanza e tanto tempo prima di incontrarsi in serie A. Sfida inedita nella massima categoria, ma, incredibilmente, segnata da pochissimi precedenti destinati a essere ricordati per alcune curiosità, qualcuna anche dal sapore romantico.
La più significativa di tutte, l’ultima volta del numero 10 al San Paolo, l’ultima volta del 10 in una gara dei partenopei, l’ultima volta del numero di Diego, sulle spalle del “Pampa” Sosa, centravanti tutto cuore e colpi di testa, tra i principali artefici del ritorno in A dalla C1. In quella domenica in cui Napoli e Frosinone si affrontano nell’impianto di Fuorigrotta, gli azzurri sono già aritmeticamente promossi in serie B. La partita è una festa, soprattutto per salutare quel numero 10 che la società ha deciso di ritirare, in omaggio alla leggenda del Diez. In quella domenica è proprio un argentino, dichiaratamente “innamorato” del Pibe, a indossare per l’ultima volta la maglia del più grande di sempre.
Quando Mastronunzio, dopo appena tre minuti, porta in vantaggio il Frosinone (anch’esso promosso in B), Sosa si ricorda del numero che ha addosso e inventa un pallonetto spettacolare che riporta il Ciuccio in parità. Un goal spettacolare che per un istante ricorda le prodezze di Maradona, quelle giocate dal fascino furbesco e spiazzante, improvviso e impensabile.
La gara termina 1-1, ma il risultato resta un dettaglio. L’archiviazione sacrale del numero 10 è avvenuta nel migliore dei modi. L’arte del fuoriclasse sudamericano ha ancora una volta predicato la sua bellezza, sia pur attraverso qualcuno che con tanta umiltà ha saputo farlo per lui.
Prima di ritrovarsi in campionato, nella stagione successiva, campani e ciociari si affrontano in un turno di Coppa Italia che vede i napoletani prevalere col risultato di 3-1. Vanno a rete Domizzi, Bucchi, Calaiò e Ginestra. La gara di campionato, invece, ha un altro significato. I ciociari inseguono la salvezza e i partenopei rincorrono il sogno di tornare finalmente in serie A.
A dieci minuti dal termine, Lodi, di origine napoletana, gela il San Paolo trasformando un calcio di rigore causato da un fallo da ultimo uomo di Maldonado. A pochi minuti dal termine, quando sembra che il Frosinone sia ormai prossimo al clamoroso colpaccio in casa di una delle squadre più forti di quel campionato, Bogliacino, imbeccato da un cross di Trotta, batte l’estremo ciociaro riacciuffando un pareggio che non soddisfa gli azzurri ma, almeno, evita loro una sconfitta che sarebbe stata troppo bruciante.
Napoli-Frosinone sembrerebbe dunque una partita dai facili favori del pronostico. Invece, curiosità vuole che, nei rarissimi precedenti, non sembra sia stato così.